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Traviata: applausi a Damrau, regia contestata

Controversa Prima alla Scala di Milano. Un minuti di silenzio in ricordo di Nelson Mandela. Presente anche Napolitano. Fuori dal Teatro le immancabili proteste

 La stagione della Scala è stata inaugurata
 con un pensiero a Nelson Mandela. A Milano,
 al Teatro alla Scala, si inizia infatti con un
 minuto di silenzio e una standing ovation
 per il leader sudafricano, scomparso venerdì.
 E ad aprire la Prima della Scala è stata “La
 Traviata” diretta da Daniele Gatti. Presente
 anche il capo dello Stato Napolitano.

Lo spettacolo, dopo il minuto di silenzio per Mandela, ha visto quindi l’orchestra suonare l’Inno di Mameli. «Volevo chiedere un minuto di silenzio - aveva detto Gatti in un primo momento - ma questo applauso è stata la testimonianza più grande per un uomo che ha dimostrato l’umanità più viva». Subito dopo il maestro ha chiesto comunque il minuto di applauso che è terminato quando sono partite le note dell’Inno nazionale.

Tanti gli ospiti vip che sono giunti alla Scala. Il primo ad arrivare è il presidente del Senato Pietro Grasso, seguito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che con la moglie Clio è stato assediato dai flash dei fotografi e accolto tra applausi e qualche fischio di contestazione. Quasi contemporaneamente sono arrivati anche il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni che debutta accompagnato dalla moglie Emilia Macchi. Al Teatro anche il commissario del Padiglione Italia di Expo 2015 Diana Bracco e il presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro. Immancabile il sindaco di Milano Giuliano Pisapia insieme alla moglie Cinzia Sasso che pare abbia proposto alla Scala insieme al presidente Napolitano di aprire la rappresentazione con un minuto di silenzio in onore di Nelson Mandela. Arrivano quindi il presidente della Commissione europea Manuel Barroso, il ministro alla Cultura Massimiliano Bray e l’ex premier Mario Monti. Tra il pubblico, a sorpresa, anche lo stilista Giorgio Armani. Grandi assenti il presidente della Camera Laura Boldrini e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha scelto invece di assistere alla Prima nel carcere di San Vittore, sul megaschermo allestito dal Comune.

All’esterno del Teatro, come da copione, non potevano mancare le proteste. Inquilini sfrattati e operai in cassa integrazione in primis. E ci sono stati anche momenti di tensione quando è arrivato un gruppetto di giovani di Forza Italia con l’intenzione di contestare le autorità. Iniziativa che però ha scatenato le proteste del resto dei manifestanti che hanno tentato di accerchiarli con successivo intervento delle forze dell’ordine che scortavano i giovani azzurri, infine allontanati.

Alla fine dell’esecuzione dell’opera di Giuseppe Verdi, il teatro ha tributato circa 10 minuti di applausi, in cui però si sono registrati anche diversi «buu» nei confronti di Piotr Beczala e soprattutto del regista Dimitri Tcherniakov. Le contestazioni maggiori si sono sentite quindi per Daniele Gatti quando ha invitato sul palco il regista. Solo applausi scroscianti, invece, per Diana Damrau, la vera star della serata, che fin dai primi commenti twitter ancora in corso di esecuzione ha riscosso grandi consensi. «Bellissima messa in scena. Orchestra, direttore cast, tutto di prim’ordine. Poi ho visto che ci sono i custodi della tradizione che se la sono presi con il regista, ma questo capita». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, lasciando il Teatro alla Scala, ha commentato La Traviata che ha aperto la stagione del Piermarini. Il sovrintendente della Scala Stephane Lissner ha commentato i fischi alla fine di Traviat dicendo invece: «I talebani sono dappertutto. Sono felice, più che felice», ha detto Lissner, spiegando che «l’allestimento non è l’Opera, è una piccola parte della regia». «Non potevo sperare di più, uno spettacolo deve creare reazioni - ha spiegato - le contestazioni sono arrivate dai tradizionalisti, ma sono cose normali, me ne aspettavo anche di più».

07-12-2013


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