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Gazzetta Ufficiale

Sudafrica, il mondo omaggia Nelson Mandela

A Johannesburg 91 tra capi di Stato e di governo al funerale di Madiba. Centomila le persone nello stadio. Per l’Italia c’è il premier Letta. Arrivato anche Obama

 Festa e commozione a Johannesburg per i
 funerali si Nelson Mandela. Il mondo rende
 omaggio all’eroe dell’anti-apartheid. Nello
 stadio che ospitò la finale del Mondiale di cal-
 cio che lui tanto volle, centomila le persone
 tra gli spalti. Presenti quasi cento tra capi di
 Stato
e di governo. Per l’Italia c’è il premier
 Enrico Letta. Arrivato anche Barack Obama.

Il premio Nobel per la Pace è scomparso giovedì scorso all’età di 95 anni e lo per lui lo stadio Fnb di Soweto è stato riempito fino all’inverosimile in occasione della cerimonia solenne in memoria di Madiba. Nonostante la pioggia ed il brutto tempo, gli spettatori hanno pregato e ballato e gioito nello stadio sventolando la bandiera sudafricana, intonando cori contro l’apartheid. Chi non è riuscito ad entrare ha seguito la cerimonia sui maxischermi. Con Obama, atterrato a Johannesburg sull’Air Force One insieme alla first lady Michelle, in tribuna c’erano anche il suo predecessore Bill Clinton con la moglie Hillary, nonché George W. Bush. Al suo arrivo a Johannesburg il premier Letta ha detto: «Nelson Mandela è stato un riferimento per tutta l’umanità. Per me è un dovere essere qui».

Sugli spalti anche il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e il suo predecessore Kofi Annan, il primo ministro canadese Stephen Harper con tre dei suoi predecessori, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Il presidente della Francia, François Hollande; il primo ministro del Regno Unito David Cameron e il viceprimo ministro Nick Clegg. E ancora: la premier danese Helle Thorning-Schmidt, quella della Norvegia Erna Solberg con il principe ereditario Haakon; il primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt e la principessa Victoria: per l’Olanda il ministro degli Esteri Frans Timmermans e re Willem-Alexander. Per il Belgio il premier Elio di Rupo e il re Philippe. Dal Vaticano il cardinale Peter Turkson, che è originario del Ghana. Dal Sudamerica la presidente del Brasile, Dilma Rouseff, il presidente di Cuba Raul Castro, il presidente venezuelano Nicolas Maduro. Dall’Africa il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta; il presidente del Congo Joseph Kabila; il presidente dello Zimbawe Robert Mugabe; la presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf; il presidente della Namibia Hifikepunye Pohamba; quello della Nigeria Goodluck Jonathan. Dall’Asia iI vicepresidente della Cina Li Yuanchao; il presidente dell’India Pranab Mukherjee; il principe ereditario del Giappone Naruhito e l’ex primo ministro Yasuo Fukuda. E poi: i presidente afghano Hamid Karzai. E ancora: il ministro degli Esteri dell’Iran Mohammad Javad Zarif; il vice primo ministro dell’Arabia Saudita Muqrin bin Abdulaziz Al Saud; il presidente palestinese Mahmoud Abbas; il presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa; del Bangladesh Abdul Hamid e quello pakistano Mamnoon Hussain. Ci saranno anche il primo ministro della Corea del Sud Hongwon Chung. Presnete anche il primo ministro australiano Tony Abbott.

«L'ultimo grande liberatore del Ventesimo secolo». Così Obama ha definito Mandela alle commemorazioni per il leader sudafricano. Le sue parole sono state salutate con un boato dalla folla allo stadio di Johannesburg. Un «gigante della storia», sono state ancora le parole di Obama. Il presidente americano ha ringraziato «il popolo sudafricano» per aver «condiviso Mandela con noi». Obama è stato accolto da grandissimi e applausi e grida di entusiasmo. Le idee non possono essere prigioniere delle mura di una prigione, o essere uccise dalla pallottola di un assassino, ha detto il presidente Usa. «Io e Michelle abbiamo beneficiato delle battaglie di Mandela per i diritti civili», ha detto poi il capo della Casa Bianca. Negli Stati Uniti e in Sudafrica c'è voluto il sacrificio di innumerevoli persone per risolvere la questione del razzismo, ha ricordato Obama. Quando uscì dal carcere, Mandela si comportò «come Lincoln e tenne insieme il suo paese che rischiava di spaccarsi», è un altro dei passaggi del discorso del presidente Usa.

Un coro di forti «buu» ha invece accolto le immagini del presidente sudafricano Jacob Zuma ogni volta che è stato inquadrato sul mega schermo. Un coro di fischi è partito anche quando ha preso la parola, tanto che gli organizzatori hanno fatto partire un coro per coprire la reazione del pubblico. «Ha gettato le basi per costruire il Sudafrica dei nostri sogni - ha detto il presidente sudafricano riferendosi a Mandela -. La sua morte ha causato un'ondata di dolore senza precedenti in tutto il mondo. Ora il Sudafrica e l'Africa sono più forti. Non c'e nessuno come Madiba. Era unico».

10-12-2013

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