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Cosa provi quando sei nella macchina degli abbracci?

Un motto, un incoraggiamento: “Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente”. Ciò che Temple Gardin ha sempre pensato affinché il suo senso di arrivare, di raggiungere i suoi obiettivi, concentrandosi, aprendo le porte del coraggio, l’ha portata ad essere riconosciuta in tutto il mondo...

È terminato domenica 15 giugno il Primo Convegno Nazionale di Spazio Asperger ONLUS tenutosi a Roma per tre giorni, dal 13 al 15 giugno presso il Teatro San Paolo. L’obiettivo principale è stato quello di condividere e formare i professionisti rispetto alla nuova definizione diagnostica di Disturbi dello Spettro Autistico presente nel DSM-5 alla luce della ricerca in campo biologico, medico, terapeutico ed educativo.
Particolare risalto è stato dato alle nuove scoperte relative agli aspetti socio-comunicativi e sensoriali così come a nuovi approcci terapeutici basati sull´evidenza scientifica.
Durante il convegno inoltre si è spaziato dalle forme più gravi a quelle più lievi di autismo, descrivendo diversi sottogruppi clinicamente significativi e lo sviluppo nel corso dell´arco di vita, dall´infanzia, alla scuola, fino all´età adulta. Un’opportunità interessante, a livello scientifico-biologico sia per gli addetti al settore sia per astanti che per tre sere, presso il Teatro stesso, hanno potuto assistere allo spettacolo teatrale Temple Grandin – Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente.

Una performance che ha guidato gli spettatori verso un viaggio arduo e faticoso, una biografia, un racconto animato, costruito su un testo tratto dalle letture dei libri di Temple Gardin, e all'omonimo film. Claudio Zarlocchi ha diretto l'intero lavoro con una regia semplice ma delicata. Coadiuvato da Valentina Fratini, che ha curato anche la sceneggiatura dei video proiettati durante la pièce teatrale. Gabriele Galli, invece, ha diretto i video che hanno sostenuto lo spettacolo, dando  un’idea di ciò che accadeva all’esterno e regalandoci continui flashback nella vita di Temple. La regia dello spettacolo, inoltre, è supportata da una scenografia essenziale curata da Gorge Enache. 
Azzeccata anche la scelta dei costumi, di Marco della Vecchia, scelti appositamente secondo l’epoca raccontata: gli anni ’50/'60 americani. Bravi ma a nostro avviso emozionati gli attori in scena. Una brava  Valentina Gaia ha prestato il vosto a Temple Gardin;  Guendalina Tambellini, la zia di Temple, Ann,  Antonio La Rosa, nei panni del direttore dell'Università, di un cow boy e dello psicanalista, Claudio Zarlocchi, il professor Carlock, Francesca Nunzi, la mamma di Temple, Eustacia sono riusciti a trasmettere la loro emozione al pubblico in sala.

Una prima teatrale dove a regnare, dunque, è stata l'emozione che se da un lato ha frenato il ritmo del lavoro dall'altro ha sottolineato l'umanità che nasconde il messaggio trasmesso. L'attenzione è stata puntata sull’autismo e su ciò che provoca nelle persone che ne sono affette;  tutte le conseguenze che ne derivano, soprattutto la forma Asperger, versione meno grave dello spettro autistico.

Ciò che si sviscera dalla storia è il lato comunicativo, significativo. Lettura di un non mutismo, ma di un inesistente contatto fisico con gli altri ed una difficoltà nella comunicazione con le persone. Zarlocchi si è servito di pochi elementi scenici per far passare forte e chiaro il messaggio tra cui una porta. Come   un grande mistero nella vita le porte, si aprono e si chiudono, e se si ha il coraggio si spalanca quella che aiuta a raggiungere uno scopo.
La protagonista sviscera le sue difficoltà e racconta il suo pensare per immagini, associazioni visive, dettagliate, coadiuvata dal suo professore di scienze che si accorse di questa sua peculiarità, motivandola. Dettagli che hanno fatto la differenza, ma si rischia di perdere l’insieme.
Circostanze, che, per associazione, mi hanno spinta a considerare il mondo della grafica in generale.

Vari gli aspetti analizzati, i livelli della malattia presi in considerazione, come per esempio le difficoltà della madre a capire il comportamento della figlia, che fin dall'età di 4 anni non parlava.
E la stessa impotenza di madre, che continuava a sostenere che Temple era diversa, ma non inferiore. Questione di prospettiva, un modo di guardare il tutto. Vedere per capire. Tutto porta al cambiamento dal passato al nuovo.

Temple non si arrese mai e, sempre combattiva, tramite gli studi e la laurea, il sentire la vicinanza con gli animali, dei quali si prese cura, soprattutto delle mucche, costruì la macchina degli abbracci. Geniale invenzione dovuta alla scoperta del rassicurante potere della stringitrice per le mucche e di conseguenza in grado di alleviare l´ansia per il difficile rapporto con gli altri.
Temple, a seguito di questa esperienza, scrisse molti articoli interessanti riguardo il percorso che aiutava le mucche per il macello, aiutandole a morire in modo sereno. Progettato e disegnato, fu poi implementato nelle fattorie americane, tuttora in vigore. Perché secondo Temple Gardin la morte non esiste, l’Anima è qui, poi va altrove. Dolce metafora che interpreto come quel sentire le persone vicine, seppur lontane. Un percepire intenso.

E forse la morte è solo l’ennesima porta.
Argomenti che si accostano ad un sensibilità fine e acuta, quasi come all’interno di una seduta di psicoanalisi, mediante la quale si sciolgono nodi e si comincia a comprendere un oltre che, collaborando con il nostro dentro, è supporto per comprendere comportamenti per poterli modificare.
Capire quando le persone scherzano, avvertire gli stati d’animo di quando ci si sente tristi, felici attraverso fotografie del proprio volto, sono stati passi avanti per Temple.nl finale è un'entusiastica visione della vita, di quel motto che è la stessa vita. Si invita tutti a non mollare, ad incoraggiarsi nonostante le difficoltà, a superarle.
Uno spettacolo che forte, intenso che dovrebbe essere introdotto nelle scuole, per dare un grande esempio per i giovani studenti.

Annalisa Civitelli
25-06-2014

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