Crack dell'Argentina: per S&P's è già default
È saltato il tavolo tra Buenos Aires e gli hedge fund americani sul debito argentino. Il paese rivive l’incubo default, il secondo «fallimento» negli ultimi 13 anni
Per la seconda volta in tredici anni, l’Ar- gentina è nuovamente in bancarotta. È saltato infatti il tavolo tra Buenos Aires e gli hedge fund americani sul debito argen- tino e la scadenza per il pagamento dei ti- tolari di bond che hanno aderito il concam- bio è superata. «Un evento doloroso che farà male alla gente comune».
Il mediatore incaricato dalla presidente Kirchner di facilitare un accordo tra gli hedge fund e Buenos Aires sul debito ha confermato quindi che l’accordo non si è trovato. Prima Standard & Poor’s aveva tagliato il rating di Buenos Aires a «selective default» da «CCC-». Un default selettivo, diverso da quello generale, che vuol dire che il Paese onora gli impegni su certi titoli ma non su tutti. Ma adesso il fallimento è totale. Come 13 anni fa, quando fu il governo argentino a dichiarare un completo ed effettivo default perché non era più in grado di onorare titoli per 132 miliardi di dollari.
Il taglio del rating è dovuto al fatto che il 30 giugno l’Argentina non ha onorato il pagamento di 539 milioni di dollari di interessi su titoli emessi con scadenza 2033. «Se e quando l’Argentina dovesse pagare», S&P's potrebbe rivedere il rating, fanno sapere dall’agenzia di rating. Il ministro dell’Economia argentino, Axel Kicillof, volato a New York per la trattativa, parte all’attacco: «Default? I fondi ci sono - dice Kicillof, riferendosi ai fondi depositati presso le banche che sono stati bloccati da un giudice newyorkese Thomas Griesa -. Questo non è un default perché default è non pagare. La vita andrà avanti anche senza un accordo sul debito». |