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Lavoro: no al dl, ma in aula entro l'8 ottobre

Lo rivela Taddei. Giovedì ok in Senato al Jobs Act. Ma il Pd è spaccato. Bersani: idee surreali. L'Fmi: provvedimento ok ma serve manovra da 8 mld e riforma pensioni

 Primo passo verso il Jobs act: giovedì po-
 meriggio, infatti, la Commissione Lavoro
 del Senato ha approvato la delega al go-
 verno. Il provvedimento arriva martedì in
 aula. L’ok però non è stato di certo indolo-
 re: M5S e Sel abbandonano i lavori per
 protesta, il Pd si spacca. Venerdì Taddei
 dice: no al dl, ma il aula entro l'8 ottobre.

Il responsabile Economia del Pd, intervenuto quindi alla Telefonata di Belpietro su Canale 5: «Il governo non punta ad un decreto con le nuove norme sul mercato del lavoro entro l'8 ottobre, bensì all'approvazione della legge delega da parte del Senato entro quella data, cosa che rappresenterebbe un segnale all’Ue». Taddei quindi aggiunge: «Prima di arrivare a un decreto cerchiamo di fare una discussione ordinata. Abbiamo una delega che è una riforma complessiva del mercato del lavoro, mentre si cerca di banalizzare tutto in un derby si o no all’articolo 18, come se fosse questo il problema. Il mio obiettivo è favorire una pronta applicazione della delega che peraltro ieri è stata approvata dalla Commissione del Senato. Capisco che nella politica sconclusionata italiana ognuno deve vantare un enorme successo. Ma per me conta un solo successo, quello di una riforma che cambia gli ammortizzatori sociali, la formazione dei lavoratori».

La commissione Lavoro del Senato ha quindi approvato l'emendamento del governo che introduce il contratto a tutele crescenti – vero epicentro delle polemiche perchè consentirebbe di superare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che prevede il reintegro dei lavoratori licenziati senza giusta causa nelle aziende con più di 15 dipendenti -, e ha dato l’ok per l’approdo in aula della legge delega. Come accennato, però, lo scontro si allarga sempre più. Sel e Movimento 5 Stelle non hanno perciò partecipato al voto, avendo abbandonato i lavori della Commissione per protesta, mentre i parlamentari di Forza Italia si sono astenuti. Il presidente della Commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi ha detto: «Mi auguro che entro novembre la legge delega sul lavoro sia consegnata al Governo». Entro dicembre, secondo Sacconi, potrebbero essere pronti i primi decreti delegati.
In mattinata l’ex segretario Pierluigi Bersani ha parlato apertamente di «intenzioni surreali» sulla paventata modifica dell'articolo 18 e al premier non le manda certo a dire: «E’ assolutamente indispensabile che il governo dica al Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perché si parla di cose serie».

In serata, seppure dicendo sì al Jobs Act, c’è la doccia gelata dell’Fmi, che dopo l’Ocse, rivede al ribasso le stime sul Pil italiano nel 2014 indicando una contrazione dello 0,1%. Per il 2015 un’accelerazione all’1,1 per cento. Lo scorso luglio, il Fondo Monetario Internazionale aveva indicato per l’Italia una crescita dello 0,3% quest’anno. «I rischi restano ancorati al ribasso», avvertono gli economisti, parlando di «tensioni geopolitiche, la possibilità di una stagnazione e a una bassa inflazione». Nell’analisi degli esperti di Washington, la crescita è destinata a rimanere attorno all’1% fino a tutto il 2019: le stime sono infatti per un +1,3% nel 2016, un +1,2% nel 2017, un +1% nel 2018 e un +1% nel 2019. E «ottenere risparmi significativi sarebbe difficile senza intervenire sulla grande spesa pensionistica. La spesa per le pensioni italiana è la più alta d’Europa, pari a circa il 30% del totale», mentre per l’istruzione e altre spese sociali non-pensionistiche l’esborso è molto limitato.

18-09-2014

Linear

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