"Tre tocchi" al Festival del Film di Roma
L’idea che sta alla base del film è quella di raccontare la difficile scalata al successo di chi vuole approcciarsi al mestiere di attore. Ecco allora che i...
Sei storie di attori precari. Sei uomini che hanno in comune la passione per il calcio e quella per la recitazione. Questo lo sce- nario dell’ultimo film di Marco Risi – Tre tocchi - presentato al Festival Internazio- nale del Film di Roma. “Un film che nasce negli spogliatoi durante le partite di calcio della squadra nazionale in cui militò anche Pasolini” afferma il regista.
L’idea che sta alla base del film è quella di raccontare la difficile scalata al successo di chi vuole approcciarsi al mestiere di attore. Ecco allora che i protagonisti sono a loro volta attori emergenti – Massimiliano Benevenuto, Leandro Amato, Emiliano Ragno, Vincenzo De Michele, Antonio Folletto e Gilles Rocca – che in molti casi hanno vissuto storie simili ai loro personaggi, a cui Marco Risi (figlio del grande Dino) affianca diversi colleghi affermati come Marco Giallini, Luca Argentero, Claudio Santamaria e Blas Roca Rey.
Un film che trasuda maschilismo e resta ancorato ad un serie di cliché da “caserma” senza mai spostarsi dal rozzo e dal banale. Il mondo dello spettacolo viene rappresentato con poche virtù e molti, troppo vizi: un occhio indiscreto (e malsano) sul cinema attraverso il cinema.
Tutto ruota intorno agli spogliatoi dell’ItalianAttori, non regalando un minimo originalità a questi personaggi appena appena accennati, costretti al ruolo di comparse di sé stessi. I discorsi sotto la doccia oltre la “nuda verità” sono privi di spessore. Per non parlare poi del fuoco sacro della recitazione, totalmente assente sia nella storia che nell’interpretazione della stessa. Niente sensibilità e niente passione. Un copione già scritto, già segnato. Una parabola del successo, già purtroppo in discesa.
In uscita nelle sale italiane il prossimo 13 novembre. |