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"Fino a qui tutto bene" ha conquistato Roma

Roan Johnson porta sul grande schermo, con lucidità e freschezza, le piccole chiacchiere di Vincenzo, Francesca, Ilaria, Andrea e Cioni...

 Risate a scena aperta e tanti applausi
 per “Fino a qui tutto bene” di Roan John-
 son presentato al Festival del Film di Ro-
 ma, in sala dal 29 gennaio e distribuito
 per Microcinema.

 La ricetta della pasta col niente (fatta con avanzi di frigo) lavandini sempre intasati, disordine costante, stendi biancheria in ogni luogo della casa, l’affitto sempre troppo alto, litigi, confidenze, sogni, paure; questi gli ingredienti del film di Johnson che racconta l’ultimo week di cinque amici che stanno per dividersi dopo l‘esperienza universitaria.

Roan Johnson porta sul grande schermo, con lucidità e freschezza, le piccole chiacchiere di Vincenzo, Francesca, Ilaria, Andrea e Cioni interpretati da Alessio Vassallo, Melissa Anna Bartolini, Silvia D’Amico, Guglielmo Favilla e Paolo Cioni.

“Fino a qui tutto bene” – titolo ispirato a “L’odio” di Mathies Kassovitz - è una commedia che racchiude diversi generi: dalle sequenze più drammatiche ad altre sentimentali passando per il “college movie”. L’autoironia però, nasconde dentro di sé la profonda amarezza di una realtà struggente – quella della crisi – nonostante aleggi costantemente un profumo e una voglia di libertà. Azzeccata anche la colonna sonora, firmata da I Gatti Mézzi; “Morirò di incidente stradale” – nella sequenza della ricostruzione dell’incidente di Michele - riesce a strappare un sorriso nonostante il racconto della morte di un amico.

Il messaggio è quello di non arrendersi, davanti alle difficoltà. Perdersi per poi ritrovarsi. Fidarsi degli altri e rimanere uniti. “Un film sull’amicizia e fatto grazie all’aiuto di tanti amici, alcuni professionisti del settore, altri semplicemente amici. L’organizzatore era il proprietario di una libreria, il data manager uno stagista del Tirreno, la segretaria di edizione era la sceneggiatrice e mia compagna, incinta di cinque mesi. Avevamo un solo macchinista/elettricista, una sola costumista scenografa. Gli attori dormivano nella casa in cui stavamo girando così da essere davvero coinquilini.”- spiega il regista - alla sua seconda – brillante - prova dietro la macchina da presa dopo “I primi della lista”.

Angela Di Giacomantonio
24-10-2014

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