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Peter Greenaway e il suo: Goltzius and the Pelican Company!

Prima il Teatro dell’Arte di Milano poi il Teatro Bellini di Napoli e, ora dal 12 al 16 novembre, lo potrete vedere al Teatro Argentina di Roma. Il prossimo anno...

 Presentato alla settima edizione del Fe-
 stival Internazionale del Film di Roma
,
 
Goltzius and the Pelican Company
 
per la regia di quel gran talento che è
Pe-
 ter Greenaway
, era ora che trovasse
 una distribuzione. Lo ha trovata grazie al-
 l’accoglienza dei teatri. Prima il
Teatro
 dell’Arte di Milano
poi il Teatro Bellini di Napoli e, ora dal 12 al 16 novembre, lo potrete vedere al Teatro Argentina di Roma. Il prossimo anno grazie, a nuove ma soprattutto innovative realtà come Lo Scrittoio e Maremosso (già fautrici della promozione del film nei teatri) sbarcherà anche nei cinema. Ci dispiace immensamente prendere atto che un autore, con la A maiuscola, come Mister Greenaway da anni non abbia più la possibilità di trovare una distribuzione cinematografica, diciamo ‘normale’, come ai tempi di I racconti del cuscino per poi a scendere di capolavoro in capolavoro con The Baby of Mâcon, L'ultima tempesta, Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante, Giochi nell'acqua, Il ventre dell'architetto, Lo zoo di Venere, I misteri del giardino di Compton House, tanto per citarne alcuni. Ma anche risalendo al 2007 ci ricordiamo perfettamente che, in concorso, alla 64° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, lo splendido Nightwatching con protagonista Martin Freeman (ovvero il Bilbo Baggins dello Hobbit di Peter Jackson) sulla storia della creazione del quadro ‘La ronda di notte’ di Rembrandt van Rijn, non trovò mai una uscita nei cinema italiani. Peter Greenaway è un autore cinematografico, e non solo, di fama internazionale che vanta un pubblico di nicchia eppure vasto, colto e popolare. Tutti dovrebbero avere la possibilità di vedere le sue opere. La realtà, purtroppo, non è questa e, mai come in questi grigi, piatti e malinconicamente analfabeti anni che stiamo vivendo, se ne sente la mancanza.

Visto però che l’opportunità di recuperare, per chi non avesse potuto partecipare alla proiezione del Festival di Roma ci è data, non perdiamocela. Nel cast di Goltzius, tra l’altro, oltre al protagonista Ramsey Nasr che impersona Hendrick Goltzius e F. Murray Abraham ovvero Il Margravio ci sono molti bravi attori italiani da Giulio Berruti a Flavio Parenti, Pippo Delbono oltre a Vincent Riotta, Halina Reijn, Lars Eidinger.

L’olandese, Hendrik Goltzius, uno dei primi incisori di stampe erotiche del tardo Cinquecento, è alla ricerca di un finanziatore per riuscire a finalizzare il suo progetto: un libro d’illustrazioni di alcune tra le più controverse storie del Vecchio Testamento. Il margravio di Alsazia è disposto a donare la cifra richiesta, ma solo se Goltzius e la sua compagnia, The Pelican Company, lo convinceranno mettendo in scena dal vivo gli episodi biblici legati ai vizi capitali. La rappresentazione, quanto mai realistica, dei racconti legati ai tabù dell’incesto, dell’adulterio, della pedofilia, della prostituzione e necrofilia, innescherà dinamiche inattese nella corte alsaziana e all’interno della stessa compagnia.

"Dalla pittura veneziana del XVI° secolo al cinema del XIX° secolo, fino all’avvento di Internet negli anni ’80, tutto è sempre stato pregno di erotismo e pornografia. – ha affermato Peter Greenaway - Ed anche al giorno d’oggi il mondo cibernetico/virtuale che crea una seconda vita ne è pieno. Ogni nuova tecnologia crea nuovi punti di vista e di conseguenza grande eccitazione in merito alla rappresentazione della sensualità”.

Goltzius and the Pelican Company è un’opera letteralmente colossale, negli intenti e nella realizzazione, ibrida nel linguaggio, che mescola sapientemente racconto, nuove tecnologie, cinema e teatro. Un lavoro di sperimentazione su vari linguaggi artistici che il regista inglese porta, sapientemente avanti, da anni. In questa storia, interpretata da magnifici attori, Greenaway riesce a rendere il suo meglio con una forma espressiva, come quella del cinema, che è ‘trasversale’ per eccellenza. E così la richiesta/ricatto del Margravio di sovvenzionare il progetto di Goltzius a patto che metta in scena dal vivo gli episodi biblici legati ai vizi capitali porta ad una rappresentazione, quanto mai realistica, di questi tabù, lavorando sulla nudità del corpo e sul sesso in una maniera tanto spietata quanto unica. I temi dell’erotismo e della sessualità, il costante e irrisolto conflitto tra religione e sesso, sono solo l’innesco di una ricca performance e di una attenta e profonda perlustrazione dei rapporti tra “riproducibilità tecnica”, modelli di fruizione e consumo virtuale della carnalità degli esseri umani.

Il teatro è il luogo legittimo dove ci permettiamo di essere voyeur autorizzati? Certo che sì, come lo è l’obiettivo della macchina da presa. Ancora una volta Peter Greenaway toglie i veli da quello che ‘la società’ ha da sempre ritenuto sconveniente mostrare. E con punti di vista strabilianti – per bellezza visiva e profondità semantica – lo sguardo del regista squarcia la notte della menzogna per restituirci intatta la verità, funzione basilare dell’artista. Un assunto che già nel 1989 portò alla morte di Mister Neville ne I misteri dei Giardini di Compton House, lui testimone involontario, ma privo di morale, di un delitto. Come sempre nel cinema di Greenaway, pittura, dimensione erotica e cultura del cibo e della carne si intrecciano sapientemente per spiegarci che l’arte visiva, cinematografica o pittorica che sia, è incarnazione del cannibalismo quotidiano della nostra società, “brutale scoperta della verità sotto la finzione”. E nessuno come lui ce lo sa raccontare con tanta crudele ed affascinante eleganza!

Vi ricordiamo che come ci tengono a sottolineare i distributori di Goltzius: “Questo progetto distributivo si pone come vera e propria operazione culturale. Il film verrà infatti proposto in lingua originale con sottotitoli in italiano, scelta che valorizza l’autenticità dell’opera stessa e del suo autore e privilegia la costruzione dell’immagine e dell’immaginario di Peter Greenaway”.

Nicoletta Gemmi
10-11-2014


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