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Vetiver, essenze di una profumiera. Un viaggio oltre l’olfatto

Dare voce a una vita breve non è stato facile. Ricerca e curiosità hanno stimolato il regista affinché l’esibizione potesse essere un minuzioso e delicato racconto. Viaggio fatto di essenze e verso sé stessi. Le note di testa, cuore e fondo delineano anche il significato della nostra vita...

 Mi prendo il tempo. Il tempo del respiro,
 della semplicità, dell’incanto dei profumi
 e degli odori.
 Il tempo di fermarsi a conoscerli. Il tem-
 po di riconoscersi e di vivere. Melania
 Esposito è entrata nei panni di Mona Di
 Orio. E’ stata erbe, piante e fiori. Lavan-
 da e papaveri, i campi della Provenza,
 luogo di nascita, dove correva da picco-
 la. Riaffiorano così i ricordi dell’infanzia,
 durante il dolce susseguirsi della narrazione. Essa, sfiorando delicatamente l’inclinazione della più famosa profumiera Mona Di Orio.
Vetiver, essenze di una profumiera, presentato al Teatro Kopó di Roma il 4 dicembre, come prima “prova generale”, per un raccolto pubblico. Immersione in un viaggio, anche verso la scoperta di sé stessi. L’accurata regia di Fabio Pisano, giovane e eclettico, ha di certo colpito gli spettatori guidandoli attraverso una vita fatta di odori e di suggestioni. L’olfatto, quindi, è l’elemento principe per perdersi negli effluvi della natura. Il viaggio, quello dei sensi, lascia spazio alla verità. Essa, essenza di vita riesce a farci portare indosso ciò che siamo. La bellezza è il manto vellutato sul quale si scivola per conoscere le note di testa, cuore e fondo. Ciascuna con il proprio significato. L’essenza, quella cercata e voluta. Meticolosa ricerca, quasi folle, che porta all’eccesso, dove un se è chiave. La testa invade i sensi. Al primo spruzzo rimane impressa sulla pelle come i ricordi.
Dal cuore non si fugge e, come l’amore, può far male. Gli esordi di Mona, declamati da Melania Esposito esplodono nel profumo del legno di cedro, nel lavoro a bottega presso Edmond, dove la profumiera crea laboriosamente. Il fondo, ultima parte del processo profumiero, rimane, una volta che il processo è elaborato. Sinonimo di vita. L’intento è resistere nell’aria, al vento. Più si è forti, più si resiste. Resistere è il modo che l’uomo ha per esistere. Frase intensa e significativa.
Le musiche originali sono timbro. Curate da Jennà Romano entrano nel racconto. Si identificano, battenti, dal tango alla chitarra. Lo sguardo si posa sui movimenti, come fotografie, sui fiori di plastica sparsi sul palco, sullo sgabello, sui rami secchi, sul nero dell’attrice, sul fiore rosso e sui guanti neri. Costumi e scene grazie a FU.SER.LAB, alla sua arte.
L’insieme invita alla sensibilità acuita dalla bellezza, come l’armonia di un quadro apre l’anima di ognuno di noi.  L’idea di Fabio Pisano mi ha molto colpita. E viene da interrogarsi, come un giovane possa essersi avvicinato a una realtà così particolare e essere stato capace di renderla viva.  Dove essenze e note, due sfere che si sono toccate e nell’attesa e con l’augurio di poter annusare odori inconfondibili, ricordo che si avrà l’occasione di assistere allo spettacolo Vetiver, essenze di una profumiera, i prossimi 6-7-8 febbraio 2015 sempre presso il Teatro Kopó di Roma. Da non perdere.

Annalisa Civitelli
16-12-2014


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