Renzi alla Repubblica: non caccio gli indagati

In un’intervista, il premier smentisce le ricostruzioni giornalistiche che parlano di dimissioni per avvisi di garanzia. Salvini: «Inflessibile solo con gli altri»

Intervistato da Repubblica, il presidente del Consiglio Matteo Renzi esclude che dopo le dimissioni di Maurizio Lupi tocchi ora ai sottosegretari indagati lasciare l’incarico. «Ho sempre detto che non ci si dimette per un avviso di garanzia». Commenti che fanno dire a Matteo Salvini, leader della Lega: «Inflessibile solo con gli altri».

Nell’intervista, sul quotidiano in edicola domenica e a firma di Goffredo De Marchis, Renzi sottolinea: «Per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione». E ancora: «Le condanne si fanno nei tribunali, non sui giornali». Respinge le accuse di “doppiopesismo” tra Lupi e i sottosegretari: «Ho chiesto le dimissioni a Orsoni quando, patteggiando, si è dichiarato colpevole. Ho commissariato per motivi di opportunità politica il Pd di Roma nonostante il segretario locale fosse estraneo alle indagini. A suo tempo avevo auspicato il passo indietro della Cancellieri sempre con una motivazione strettamente politica. Altro che due pesi e due misure: le dimissioni si danno per una motivazione politica o morale, non per un avviso di garanzia». Quanto a De Luca, continua il capo dell’Esecutivo, «lui ha fatto una scelta diversa, considera giusto chiedere il voto agli elettori e si sente forte del risultato delle primarie». Quindi Lupi «ha fatto una valutazione giusta e saggia secondo me. Una scelta personale e molto degna».

L’intervista è presa quindi di mira dal numero della Lega Salvini, che ai microfoni di Rainews24 attacca: «Renzi è garantista con i suoi amici ed è inflessibile con chi non sta nella sua cerchia, gli hanno assolto il babbo, tutto bene a casa Renzi questa domenica, auguri», ha scandito Salvini.