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“Indubitabili celesti segnali” in scena a Roma

Fra sacro e profano, il pubblico è catapultato in questa storia dapprima inquietante, poi via via comica e drammatica. Un po’ giallo e un po’ noir. Il triduo dei...

Elisabetta. Anna. Maria. Apparentemente tre nomi comuni, ma a ben guardare sono rispettivamente la cugina, la nonna e la mamma di Gesù. Vergini per destino, partorienti per infusione, miracolate per forza. Per fortuna in questo triangolo c’è Salvatore, “il salvatore”, storpio, muto, ma esiste. Questo il punto focale di “Indubitabili celesti segnali” andato in scena nei giorni scorsi al Teatro Tor di Nona di Roma.

Fra sacro e profano, il pubblico è catapultato in questa storia dapprima inquietante, poi via via comica e drammatica. Un po’ giallo e un po’ noir. Il triduo dei momenti è di fatto il punto di forza dello spettacolo con Cinzia Antifona, Valentina Greco e Francesca Pica; una più brava dell’altra per interpretazione, voce e mimica.

La devozione ad una fede misteriosa, per un destino già scritto. Quel che succede nel mondo esterno non le riguarda, ciò che conta è la condotta morale, fatta di preghiere, santini, confessioni e soprattutto castità.

Scenografia e musiche ridotte al minimo, rendono l’intera rappresentazione ancora più coinvolgente. Niente musiche, ma riproduzioni di suoni e versioni distorte di storici canti di processione che miscelati a rumori di sottofondo danno allo spettacolo un senso di turbamento interiore agghiacciante.

Tratto da “Festa al celeste e nubile santuario” di Enzo Moscato, “Indubitabili celesti segnali” è un indagine su tre assurde solitudini, sui rapporti asfittici fra tre sorelle che vivono una condizione “isterica” della quale assumo, assorbendole, tre forme tipiche: mutismo, cecità e falsa gravidanza.

Angela Di Giacomantonio

23-03-2015


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