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Unipol e i nastri di Fassino, Silvio e Paolo Berlusconi prescritti

Per Silvio e Paolo Berlusconi arriva il proscioglimento nel merito. Il pg: «Senza l’allora premier “Il Giornale” non avrebbe potuto pubblicare l’intercettazione»

Arriva la definitiva prescrizione per Silvio Berlusconi e per il fratello Paolo nel processo Unipol: la VI sezione della Cassazione ha respinto i ricorsi degli imputati, che avevano impugnato il verdetto d’appello puntando al proscioglimento nel merito. Il pg in mattinata: «Senza l’allora premier “Il Giornale” non avrebbe potuto pubblicare l’intercettazione di Fassino».

In primo grado i fratelli Berlusconi erano stati condannati per violazione di segreto d’ufficio e pubblicazione illecita dell’intercettazione Fassino-Consorte: a un anno l’ex premier e a due anni e tre mesi il fratello, come editore de Il Giornale. Il reato era stato contestato dal 1° settembre 2005 al 31 gennaio 2006: da qui l’intervenuta prescrizione pronunciata in secondo grado. A chiedere di convalidare la sentenza di secondo grado erano stati, quindi, sia il sostituto procuratore generale di piazza Cavour, Francesco Salzano, sia l’avvocato Carlo Federico Grosso, legale di Piero Fassino, parte civile nel processo, per il quale la Suprema Corte ha anche confermato il risarcimento di 80mila euro già disposto dai giudici di Milano.

Salzano, nella requisitoria, ha sottolineato come la Corte d’appello abbia «adeguatamente motivato» e «compiutamente esaminato tutte le criticità» della vicenda valutando in maniera «adeguata l’attendibilità delle dichiarazioni sfavorevoli nei confronti degli imputati».

Secondo i giudici, senza «l’apporto concorsuale» dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi «non ci sarebbe mai stata la pubblicazione su Il Giornale» dell’intercettazione telefonica sulla tentata scalata di Unipol a Bnl, a proposito della quale l’allora leader dei Ds Piero Fassino aveva pronunciato la frase «Abbiamo una banca». Una conversazione non ancora depositata dalla Procura e che, quindi, non poteva essere resa nota. È questa la ragione per cui il sostituto pg martedì mattina ha sollecitato il rigetto dei ricorsi presentati da Silvio e Paolo Berlusconi contro la sentenza della Corte d’appello di Milano che, il 31 marzo 2014, aveva preso atto della intervenuta prescrizione.

31-03-2015


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