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Francesco ha aperto il Sinodo delle famiglie

Domenica la messa della XVI assemblea ordinaria del sinodo dei vescovi, sul tema «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo»

Lunedì mattina al via i lavori del Sinodo sulla famiglia. Alla 9 Papa Francesco li ha aperti in Vaticano davanti a 270 vescovi di tutto il mondo e circa 90 tra esperti, uditori e delegati di altre chiese cristiane.
A centro del Sinodo, che si concluderà il 25 ottobre, la comunione ai divorziati che si sono risposati e la questione dell’omosessualità, ancor più di stretta attualità dopo il coming out di monsignor Krysztof Charamsa.

Il Sinodo «non è un Parlamento dove regna il compromesso». Così Papa Francesco durante il discorso di apertura dell’assemblea sulla famiglia che apre oggi i lavori. Il Sinodo, aggiunge poi Bergoglio, non è un luogo «dove per raggiungere un consenso o un accordo comune si ricorre al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi, ma l’unico metodo del Sinodo è quello di aprirsi allo Spirito santo con coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa, affinché sia lui a guidarci e illuminarci e a farci mettere davanti agli occhi, con i nostri pareri personali, la fede in Dio, la fedeltà al magistero, il bene della Chiesa». Francesco ha poi ringrziato i giornalisti «per la vostra appassionata partecipazione e ammirevole attenzione».

Domenica, aprendo il Sinodo con una messa a San Pietro, il Pontefice ha difeso «l’unità e l’indissolubilità del vincolo coniugale», ma ha anche voluto sottolineato che la Chiesa che «non punta il dito per giudicare gli altri». Papa Francesco è giunto nella basilica di San Pietro dove celebra la messa di apertura della XVI assemblea ordinaria del sinodo dei vescovi, sul tema «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo». Il Pontefice ha celebrato con altri 314 tra cardinali, patriarchi, arcivescovi maggiori, arcivescovi, vescovi e sacerdoti. Le lingue per le letture e le preghiere rispecchiano l'universalità della Chiesa e spaziano tra inglese, latino, italiano, francese, cinese, spagnolo, arabo, portoghese e swahili. E all'indomani del coming out di monsignore Charamsa, che ha pubblicamente dichiarato di essere gay, la riflessione del Pontefice si incentra soprattutto sull'amore duraturo tra un uomo e una donna, ma anche sulla solitudine degli uomini d'oggi e la famiglia. Francesco sgombra quindi il campo su quello che è il disegno ultimo della Chiesa, proprio così come viene contemplato nella Genesi. «Dio non ha creato l’essere umano per vivere in tristezza o per stare solo, ma per la felicitaÌ, per condividere il suo cammino con un’altra persona che gli sia complementare; per vivere la stupenda esperienza dell’amore: cioeÌ amare ed essere amato; e per vedere il suo amore fecondo nei figli, come dice il salmo di oggi. Ecco il sogno di Dio per la sua creatura diletta: vederla realizzata nell’unione di amore tra uomo e donna; felice nel cammino comune, feconda nella donazione reciproca».

05-10-2015

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