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CORN ISLAND, la vita scorre

L’uomo, la Natura e il perenne ciclo dell’esistenza. Il regista georgiano George Ovashvili racconta una piccola grande storia di struggente bellezza. Al cinema dal 1 ottobre

C’è una terra di frontiera dove è la natura a farla da padrone con un fiume a separare due popoli e due territori: la Georgia e la Repubblica di Abkhazia. Una divisione che è anche conflitto etnico che non si estingue da più di vent’anni.
Lungo quel limite la natura fa il suo corso, incurante degli spari e della follia dell’uomo. Ogni primavera, allo sciogliersi dei ghiacci, si formano piccole isole che emergono e scompaiono secondo la stagione e i capricci degli elementi. Su questo lembo di terra un anziano contadino e sua nipote adolescente si stabiliscono costruendo un riparo di legno e coltivando granturco, necessario per sopravvivere al freddo dell’inverno.
Sulla piccola isola il vecchio e la ragazzina scandiscono i giorni dal lavoro di semina, dalla pesca, dai giri in barca per procurarsi provviste…
L’operosità quotidiana ha il ritmo del giro del sole, con il suo perpetuo levarsi e tramontare, a segnare il passaggio di un tempo che, qui, sembra dilatarsi a dismisura.
George Ovashvili costruisce così un’opera dove la potenza dell’immagine si fa anche espressione narrativa senza bisogno di parole. Corn Island, infatti, ha la musicalità naturale dell’acqua e del vento, come l’impeto sonoro di una tempesta o la melodia sommessa del fiume che scorre.
I due protagonisti non si scambiano che pochissime frasi poiché è nel loro vivere insieme, nel reiterare i loro gesti che si coglie il rapporto che li lega.
Il regista georgiano riesce a cogliere negli sguardi e nelle espressioni dei due attori le loro inquietudini più profonde: il senso della fine del vecchio contadino e la bruciante giovinezza della ragazza.
Una parabola di struggimento e di bellezza sul senso più profondo della vita e sul legame ancestrale tra l’uomo e la Natura che può essere prodiga o maligna e celare, tra l’incanto della sua perfetta armonia, pericoli e insidie.
Tuttavia è sempre l’uomo la minaccia più grande, colui che altera l’equilibrio generale per il suo egoismo individuale, finendo per essere – animato da propositi giusti o meno – la vittima di se stesso.
Lo sguardo di Ovashvili si sofferma sulla meraviglia dell’ordine naturale, così come sulla fragilità umana, per restituirci un emozionante affresco di vita immerso in un silenzio denso di significato, ritrovando la suggestione di un fiabesco dostoevskijano dove tutto ciò che “sembrava impossibile, diventerà semplice”. Fino alla fine di un nuovo inizio.

Corn Island
Regia: George Ovashvili
Interpreti: Ilyas Salman, Mariam Buturishvili, Tamer Levent

E. S.
06-10-2015

Linear

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