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Agire

Pinotti: «Iraq? Si decide solo col Parlamento»

Così il ministro sull'ipotesi raid dopo un incontro, durato due ore, con il segretario Usa Ashton Carter. «Stiamo valutando ma nessuna decisione senza il Parlamento»

«Il Mediterraneo è stato il focus del nostro incontro. Abbiamo affrontato un analisi approfondita delle missioni Mare Sicuro e EuNavForMed», così il ministro della Difesa Roberta Pinotti dopo un incontro, durato due ore, con il segretario di Stato alla Difesa Usa Ashton Carter.

Mercoledì, all'indomani delle indiscrezioni di stampa e delle polemiche, Pinotti ha ricordato come nell’incontro odierno sia emerso che sia il Fronte Est che il fronte Sud sono ugualmente importanti per gli alleati Nato sul versante della «sicurezza». Poi il passaggio sull’Iraq e sull’eventuale ulteriore coinvolgimento dell’Italia nella lotta all’Isis, con Pinotti che ha sottolineato la «piena condivisione di vedute e prospettive con gli Usa» sulla situazione internazionale per la lotta all’Isis. Per quanto riguarda un eventuale nuovo impegno in Iraq dell’Italia Pinotti ha ribadito: «Come detto stiamo valutando eventuali nuove necessità che possano venire dalla coalizione o dal governo iracheno, ma nessuna decisione sarà presa senza il coinvolgimento del Parlamento».

La responsabile della Difesa ha poi scandito: «Noi siamo a tutti gli effetti partner fin dall’inizio nella lotta all’Isis che consideriamo un serio pericolo per la sicurezza e il futuro del nostro Paese e di tutto il mondo. Abbiamo deciso di contrastare con i nostri alleati con forza i daesh (ndr, Isis). In questo momento il governo iracheno ci sta dicendo che dobbiamo essere più determinati in questa lotta. E questo è un obiettivo che condividiamo ma non abbiamo ancora stabilito quali saranno i nuovi assetti altrimenti il governo l’avrebbe comunicato in parlamento». Poi anche un passaggio sulla Libia. Per Pinotti l’impegno nel Paese e quello contro l’Isis appartengono a due sfere separate. «Non sono connesse le due cose. Quello che ha deciso il governo italiano è di far parte delle forze di coalizione anti-Isis. Il resto vediamo».

Il caso politico era esploso martedì, con il Corriere della Sera che ha anticipato la notizia che l'Italia possa bombardare le postazioni dei terroristi dell'Isis. Un caso che costringeva il ministro della Difesa a buttare acqua sul fuoco e ai microfoni del Tg1, Pinotti spiegava che la posizione dell’Italia sulle possibili azioni di bombardamento dei caccia italiani in Iraq è chiara: «L’Italia nella lotta all’Isis c’è sempre stata, anche con gli aerei da ricognizione. Eventuali nuove esigenze verranno valutate, ma certamente passeranno al vaglio del Parlamento». Il ministero della Difesa lo aveva già affermato nel pomeriggio con una nota: «Sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento». E in una intervista alla agenzia russa Tass, è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolineava poi che per sconfiggere «il terrorismo fondamentalista» è «necessaria una risposta di collaborazione di tutti i Paesi nell’ambito della comunità internazionale» e «iniziative unilaterali non riescono a risolvere ed affrontare adeguatamente il problema». «Il terrorismo fondamentalista - ha aggiunto Mattarella - è forse la principale frontiera che avremo di fronte nei prossimi anni. Occorre una risposta con la forza e una risposta culturale per sconfiggere la predicazione di odio che, attraverso internet, viene diffusa dal terrorismo fondamentalista. Ripeto: è necessaria la collaborazione di tutti. Occorre una collaborazione internazionale con strategie e azioni comuni. Questo è possibile e indispensabile perché il pericolo è molto grande».

Mattarella ha parlato dopo le polemiche innescate dal leader dei 5 Stelle Beppe Grillo, che sul blog invoca il Parlamento: «È un’azione di guerra e come tale dovrebbe essere discussa e approvata dal Parlamento, non in modo autonomo da un governo prono alla Nato. Vale la pena di ricordare che, solo qualche giorno fa, i caccia della Nato hanno bombardato per più di mezz’ora il centro traumatologico di Medici Senza Frontiere a Kunduz City, sono state uccise oltre venti persone tra cui tre bambini». Il presidente della commissione Difesa del Senato Nicola Latorre, intervistato dal Gr3, quindi dice: «Come è noto l’Italia è parte di una coalizione internazionale, è già impegnata con un’azione non attiva in termini di bombardamento, ci è stata fatta una richiesta in tal senso e naturalmente il no dovrà valutare questi aspetti e soprattutto preventivamente informare il Parlamento. Allo stato non c’è nessuna decisione di questo tipo».

07-10-2015


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