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Metti Hitler ai giorni nostri

Dall’omonimo bestseller di Timur Vermes, “Lui è tornato”, esce il film di David Wnendt che ipotizza la comparsa di Hitler nella Germania di oggi. In sala il 26, 27 e 28 aprile

Nel 2016 Hitler avrebbe, anche se non si fosse ucciso nel 1945, ben 127 anni. Incontrarlo, quindi, sarebbe davvero impossibile tuttavia lo scrittore Timur Vermes ha ipotizzato, nel suo libro “Lui è tornato”, l’arrivo del Führer nella Germania dei nostri giorni e il conseguente successo mediatico che questa sua “apparizione” avrebbe provocato. Uscito nel 2012, il romanzo di Vermes è stato al top della classifica dei bestseller della rivista “Spiegel” per 20 settimane, vendendo oltre 2 milioni di copie e i cui diritti di traduzione sono stati autorizzati in 41 paesi, dagli Stati Uniti alla Cina.
Il suo adattamento cinematografico, firmato da David Wnendt, è letteralmente esploso nelle sale tedesche registrando 500.000 presenze e incassando 5 milioni di dollari al botteghino solo nella prima settimana.
Ora, in uscita nei cinema italiani il 26, 27 e 28 aprile, “Lui è tornato” non mancherà di incuriosire anche il nostro pubblico.
Davide Wnendt che ha letteralmente “immerso” il suo Hitler (interpretato dall’attore Oliver Masucci) nella realtà, lasciandolo passeggiare tra la gente, ha realizzato oltre 380 ore di girato, nel corso di un viaggio attraverso la Germania e, anche se la parte documentaria è piuttosto ridotta nel film, è molto interessante constatare in che modo la comparsa del Führer tra le strade cittadine sia stata accolta.
Masucci, truccato alla perfezione alla Adolf, si mescola tra i tifosi e i turisti durante la Coppa del Mondo nell’estate del 2014 e, sebbene accompagnato da tre guardie del corpo nel caso la situazione si facesse critica, la reazione si rivela piuttosto sorprendente. “Molta gente ha fatto festa al falso Hitler – ha raccontato il produttore Christoph Müller – voleva farsi i selfie con lui, malediceva la democrazia e auspicava che qualcuno, finalmente, prendesse di nuovo delle misure drastiche”. I produttori sono rimasti talmente sconcertati da questo genere di accoglienza che hanno deciso di portare avanti questo principio per tutto i film. Tra fiction e documentario “Lui è tornato” rappresenta un vero e proprio viaggio nella Germania di oggi. Il finto Führer ha girato per le piccole e le grandi città, ha incontrato politici e allevatori di cani, giornalisti e gente comune e, ovunque, ha suscitato risposte singolari, dove al divertimento di fronte a questa comparsa bizzarra si mescolava un senso di rabbia o di frustrazione.
Il rapporto con i media è uno degli aspetti fondanti del film e Masucci/Adolf è proprio attraverso la tv che (ri)conquista i suoi fans, incontrando non solo il conduttore dello show inventato “Krass Alter”  ma partecipando ad autentici show televisivi come “Frank Plasberg” e “Circus HalliGalli”, parlando con i veri presentatori.
Per esigenze sceniche nella parte finale del film ci si allontana deliberatamente dal testo di Vermes, mostrando Hitler come autore del libro. “In tal modo  - ha spiegato Wnendt – il racconto di fiction si fonde ancora più profondamente con il mondo reale”.
La domanda che già poneva lo scrittore – “Cosa accadrebbe se lui tornasse? – riecheggia anche nel film e la risposta (o, forse, le risposte) si esprime in ogni differente riscontro, mostrandoci un quadro composito di una realtà, non solo tedesca, che mostra chiaramente le contraddizioni della contemporaneità che stenta a fare i conti con il proprio passato. Qualsiasi esso sia.

E. S.
24-04-2016


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