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Agire

Camorra a Roma, sequestrato impero da 80 milioni

La confisca a quattro imprenditori, ritenuti coinvolti in traffici gestiti dalla camorra napoletana. Tre erano già stati arrestati dai militari nel gennaio 2014

Un impero sotto chiave. All'alba di giovedì, infatti, i carabinieri del Comando provinciale di Roma hanno eseguito la confisca di beni per 80 milioni di euro a quattro imprenditori, ritenuti coinvolti in traffici gestiti dalla camorra napoletana. Tre imprenditori erano stati arrestati dai militari nel gennaio 2014 nell'ambito dell'indagine «Margarita», meglio nota come «Pizza Ciro», che portò all'arresto di 20 persone e sequestri di locali nel centro della Capitale.

Tra i beni confiscati bar, ristoranti e pizzerie nel centro storico della Capitale, per un totale di 28 esercizi commerciali, 41 beni immobili, 385 rapporti finanziari/bancari, 76 veicoli, 77 società titolari di parte dei beni e 300mila euro in contanti rinvenuti nel corso delle operazioni. I beni confiscati, già sottoposti a sequestro preventivo nel 2014 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono attualmente gestiti dagli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale.

Stando alle prime informazioni, i carabinieri puntano il dito contro i tre fratelli imprenditori che sarebbero stati «stabili riciclatori» per conto della camorra napoletana, al servizio, in particolare, del clan Contini. Le indagini, dirette dalla DDA di Roma e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, scattate dopo la constatazione che il loro impero economico, fondato su una holding di società attiva nella gestione di numerosissimi ristoranti-pizzeria nelle principali vie del centro storico della Capitale con un volume d'affari sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, sarebbe stata gestita con modalità illecite, mediante una rete occulta con prestanomi e intenta al reimpiego e all'occultamento di ingenti risorse economiche di provenienza illecita.

05-05-2016


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