|
|
INTERVISTA A STEFANO E CLAUDIO SCARAMUZZINO INTERPRETI DE LA BANDA DEL BOX 23 AL TEATRO DEGLI AUDACI
E' terminata ieri la prima settimana di repliche de La Banda del Box 23 in scena al Teatro degli Audaci. Il testo scritto da Antonio Romano è diretto da Massimo Milazzo. In scena insieme all'autore anche Luciana Frazzetto, Carlotta Ballarini e i fratelli Scaramuzzino che abbiamo avuto il piacere di intervistare
Il debutto è passato… passata anche la tensione? Come avete vissuto la prima? Stefano: Come tutte le prime mi piace sempre citare la frase di W. Alexander “Dietro le quinte c’è il caos distillato in uno spazio molto piccolo”. Ecco direi che fotografa perfettamente il concetto di questa “prima”. La tensione esiste appena attraverso per la prima volta il palco, dopo la prima battuta “svanisce” e sono un'altra persona… Insomma sono fatto così… Claudio: Per me la tensione non passa mai, prima, seconda, ultima replica esiste sempre un vortice di emozioni che rende ogni rappresentazione un momento unico e irripetibile.
Come ha reagito il pubblico. Stefano: Come dicono “i grandi”, a volte è solo uscendo di scena che si può capire quale ruolo si è svolto e come, e gli applausi che abbiamo ricevuto sono stati fantastici perché (senza svelare niente) abbiamo capito di aver compiutamente comunicato le emozioni che volevamo regalare, più di qualcuno mi ha confidato di essersi emozionato al punto di aver dimenticato completamente che eravamo attori che recitavano. Credo sia il complimento più bello che si possa ricevere. Claudio: Sono convinto che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, divertire ed allo stesso tempo far riflettere su temi di attualità spinosi e controversi. Il tutto svolto con gradualità, portando per mano lo spettatore a conoscere le due facce della medaglia.
Qual è a vostro avviso la particolarità di questo spettacolo? Stefano: L’alternarsi di emozioni, nel rappresentare nel corso dello spettacolo tutto l’arco di emozioni che si possono determinare in scena. Il vero compiersi delle “maschere” del teatro, ovvero la commedia e la tragedia insieme. Claudio: Lo spettacolo è in tutto e per tutto un turbine di emozioni e sensazioni discordanti e sorprendenti. Ognuno di noi esprime un pezzo del mosaico, delle sfaccettature della vita.
Un aggettivo per descrivere il testo. Stefano: Sorprendente e inaspettato (lo so.. sono due!). Claudio: Corale. Un connubio di voci che si fondono, ubriacando letteralmente lo spettatore, lasciandolo in un post sbornia di emozioni.
Com'è lavorare con Massimo Milazzo. Stefano: Ho avuto la fortuna di lavorare con bravissimi registi, ma Massimo è particolarissimo, è un “asceta” del teatro: sensibile, curioso, intransigente come ama definirsi anche lui. Lavorarci è una continua sperimentazione in cui il “fuoco sacro” che ti accende deve pervadere tutto il tuo essere attore… altrimenti... sono dolori! Claudio: Massimo è il MAESTRO. È sensibile, attento, istrionico, visionario, caparbio, e capace di modellare i suoi attori a suo piacimento. È la miccia che accende il fuoco delle emozioni.
Ci raccontate i vostri progetti futuri. Stefano e Claudio: Beh... ormai in quasi tutti i lavori teatrali tendiamo a consolidare il nostro connubio artistico. Ormai tra noi abbiamo creato un feeling speciale come “coppia” ed anche il pubblico sembra apprezzare. In questo lavoro l’affiatamento è una risorsa che va coltivata. Ci aspetta a maggio un divertentissimo cortometraggio, un progetto filmico importante, e stiamo finalmente per preparare uno spettacolo a due per la prossima stagione a cui teniamo molto, perché è la prima volta che stiamo da soli sul palco e poi perché torniamo in scena con un’opera di un autore validissimo a cui noi teniamo molto: Luca Giacomozzi. |
|
|
|
|
24-04-2017
|
|
|