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La nuova scena dei Personaggi precari

Pubblichiamo, su gentile concessione dell’autore Vanni Santoni, alcuni brani, in epigrammi, del primo romanzo “Personaggi precari”, ora in una nuova versione particolarmente arricchita per la Voland (pp. 160, 2017, euro 9,00), con la postfazione di Raoul Bruni.

Cento volti, una multiforme galleria di ritratti, uno squarcio nel caos che si respira dall’interno, quel vagare dentro il lavoro come cortometraggio, serial tv, commedia d’arte o gesto teatrale, per arrivare a creare piccoli bozzetti di storia contemporanea, di una riga, di una pagina, di una singola frase precaria come è la vita attorno, costante, come è lo spazio in cui ruotano.
È l’identità umana il perno di tutto, quando fa ingresso nel mondo, e si perde in un’onda enorme, nel web, trascinata da una forma di linguaggio rapido, sincronico, dove la frammentazione è il segno del mondo che ha annullato ogni certezza. E qui arriva il legame tra immaginazione e identità che conduce a una ritualizzazione, a una fase di disorientamento e di nuovo orientamento, globale, mediatico, d’impatto con gli altri.
Flussi di spinta verso la ricerca e radici che ritornano.
Il risultato che ne esce da queste forme di linguaggio contemporaneo è l’assenza di un processo unitario, perché ogni segmento di frase ha una sua connotazione diversificata culturale, lessicale e d’ambiente che comporta essere, e allo stesso tempo, divenire attori globali in un universo stratificato.

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Come cornice, abbiamo posto alcune domande a Vanni Santoni

" Rivedere i frammenti di “Personaggi precari” e affrontare un percorso a distanza di anni, ha portato ad attualizzare questo processo letterario?”

R: “Sicuramente è così, anche se la quantità di lavoro è molto ridotta rispetto a quello fatto per l’edizione del 2013, sempre per Voland. In quel caso c’era da elaborare moltissimo materiale, diverse migliaia di personaggi scritti negli anni, dopo la primissima edizione del 2007, nella quale, peraltro, il progetto non aveva ancora raggiunto la piena maturità stilistica, formale e soprattutto tematica. Dal 2007 al 2013, oltre a continuare a scrivere i “Pp” sul mio blog e in altri ambiti – riviste, quotidiani, addirittura radio e fumetti – su richiesta del poeta Andrea Raos avevo operato delle selezioni annuali per “Nazione Indiana”, esse pure frutto di un lavoro di revisione, oltre che di selezione, rispetto alla produzione di ciascuna annata. Nell’edizione del 2013 c’era da integrare tutto questo, un processo che ha portato anche a diversi tagli rispetto ai testi contenuti nella prima edizione, oltre che a una sostanziale riorganizzazione dei personaggi, anzitutto a livello di ordine, ma anche, in alcuni casi a livello di nomi. Rimaneva un ordine sommariamente cronologico (era certo, e lo è anche in questa edizione del 2017, che un personaggio che troviamo all’inizio è tra i primi scritti, mentre uno che troviamo in fondo tra gli ultimi), ma molti sono stati riposizionati per esigenze ritmiche, di alternanza tanto formale quanto tematica. A suo tempo si è parlato di “edizione definitiva” e posso confermarlo: quella attuale non è che un suo aggiornamento, con alcuni ampliamenti, ma l’impianto – e, credo, l’effetto generale dell’opera – rimane lo stesso.”

"Sono tutte voci diverse, stratificate che si sovrappongono e si ricompongono. È cambiato il lavoro sul linguaggio, sulla forma, sulla combinazione degli epigrammi rispetto alla prima stesura?”

R: “Personaggi precari è il mio esordio, ma è anche un’opera frutto di tanti anni di accumulo, selezione e revisione; un processo che è continuato in quest’ultima edizione – per quanto gli interventi siano stati ridotti, ho aggiunto qualche decina di personaggi che avevo scritto in questi ultimissimi anni per varie riviste, e (pochi) altri ne ho tolti.
Il modo, invece, in cui sono cambiati linguaggio e forma (credo in direzione di una maggiore icasticità: più il progetto è chiaro a me e al lettore, meno c’è da giustificare, e meno si teme l’ellisse anche estrema), oltre che quello in cui sono cambiati i temi, andati focalizzandosi intorno a determinate istanze esistenziali, sovente filtrate attraverso la chiave del tragicomico quando non del grottesco, alternando deliberatamente a una vena invece lirica, sono direttamente rilevabili attraverso la lettura, dato che, come detto sopra, l’ordine generale – quello dei “blocchi” potremmo dire – riflette comunque l’ordine di produzione dei testi.”

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Roberto

– È arrivato il momento di accontentarsi!
– No dai no.

Chloe

– Pensavo fossi entrata nel progetto perché ci credevi...
– Sono entrata nel progetto per trovare un fidanzato.

Tina

– Cosa provo, ora, per te, “dopo tutto questo tempo”? Um, non so, qualcosa come un poderoso, oceanico, lancinante e insopprimibile odio?

Martino

(no, non la vuole, la caramella all’alloro)

Raoul

Da quando ha lo smartphone, ha quest’impressione che esistano due Internet, e deve trattenersi dal controllarle entrambe.

Antonello

“Sarà poi fija mia? È tanto bassotta…”

Fernando

Fernando si è innamorato di una ragazza con gli occhi neri. Innamorato, non infatuato, che Fernando le mezze misure non sa cosa siano. Coraggiosamente salta a piè pari il trito rito degli SMS, ed eroico fallisce.

Nina

Come un uscio di prigione.

Vinicio

Paraculo/vago.

Cesarina

Di tutte le portinaie gobbe e biascicanti, terribili coi bimbi e spietate cogli animali, Cesarina è di gran lunga quella che lascia in giro gli sputi più neri e tigliosi.

Clio

"Mi chiamo Clio Braccini, ho 25 anni e credo che la cosa più importante sia avere una buona indicizzazione."

Nestor

Se credi che per essere considerato un ganzo basti avere un locale in centro, due baffi del cazzo ed esserti sbattuto un paio delle tue cameriere (le meno carine), be’, insomma, ti sbagli.

Massimiliano

ti ricordi amore, era bellissimo
(no che non ricordi, nel ’90 avevi tre anni)
andare come le mine, briachi mézzi
e mai, mai un frontale. Gli anni della formazione!
i birri fissi a ogni incrocio, ma noi
li uccellavamo con le nostre trovate grifagne;
gli anni della formazione, e infatti
oggi so distinguere un Hofmann da un “gattino”
o prendere a pedate un tirapacchi.

Ezio

Sempre più spesso, l’ora della morte che s’approssima, ripensa Ezio a un pomeriggio tardo sulla battigia di Rarifossi, l’anno il cinquantuno: ogni tre metri o quattro una medusa spiaggiata, e l’impressione che tutto quanto avesse un senso, che quella punteggiatura di lucida luce volesse dir qualcosa.

Ofelia

Vorrebbe proprio farsi un giro (quant’è che non si fa un giro?), un giro col suo zaino e il suo taccuino, leggere vecchi romanzi sul treno e vedere qualcosa di strano in una città poco nota, e finir chiavata da qualcuno di casuale ma non meno che straordinario, il quale poi, pur dandosi ben da fare per mantenere un distante legame di poetica affezione, non scassi più di tanto le palle.

Barba

Enzo Giacomo Barbugi detto Barba, valente burattinaio, collezionista di piante velenose e autore dell'e-book (oggi quasi introvabile) "Dimagrire sognando - dormire sorridendo."

Ugo

Ha portato dalla Bolivia a Bali venti etti per venti volte. "Era ovvio che non dovevo fare la ventunesima," pensa mentre lo portano via.

Sintiche

Sintiche Rossini, per quanto flagellata dai soprannomi (Alle medie "Sincope," al liceo "La cisposa," a medicina "Fecaloma," come ordinaria di medicina interna alla Southampton University "Doktor Dismay"), è oggi una donna felice.

Memmio

Anni a trovare un tuo registro sulle cose, su tutto, a provare a distillare il tuo essere, a capire che più che un distillato te ne serve un precipitato, a farlo, e poi ti crepa la sorella, in quel modo lì. A te, che faticasti a elaborare il lutto di una nonna malata da sei anni.

Damiano

– E insomma, che chiavata è?
– Dai Damiano, lo sai che non mi piace che parli così della mia ragazza, non importa se è nuova o meno.
– Come ce l'ha la fica?

[etc.]

Marco

Quarantadue anni, venditore di barche da turismo. Ha scritto "AVGALIRTOR" – più i simboli del caso – su una pergamena fresca e l'ha arrotolata attorno al pene. Ha rinnovato la pergamena ogni giorno per nove giorni, mettendo la nuova al mattino quando c'è già luce ma non si vede ancora il disco solare, bruciando la vecchia subito dopo e inghiottendone le ceneri con un sorso di vino caldo.

Lisanna

Mangia troppo e troppo pesante, cosa che la rende pigra e malinconica. Compra libri a pacchi ma quando ha tempo da dedicare alla lettura finisce sempre per rileggere Mann. Quando suo padre morì, stappò uno spumantino; subito dopo si vergognò moltissimo, e tuttora ne soffre.

Salvatore

– E poi chi ho rivisto?
– Chi?
– Non ci crederai...
– Dai non fare lo stronzo!
– Dino!
– No! Avrete scopato selvaggiamente.
– Selvaticamente.

Ashling

– Anna is so full of trivia!

Tessie

Le farebbe piacere sapere che l'uomo che ama la sta pensando. Non le farebbe piacere sapere che sta pensando "ah già, devo tener conto pure della bestiolina."

Minervino

Unica passione, la sua cantina-laboratorio: questo vecchiaccio distillerebbe anche una scarpa. Nel '66 ne diede così tante a sua moglie che da allora è tutta sghemba.

Miriana

Sabbiosa, come ossidata.

Sara

– Ciao. Oh, che fai di pomeriggio con la scatola delle droghe?
– Mi drogo?

Sabrina

1. e4, e5;  
2. Cf3, Cc6;  
3. Ac4, Cf6;  
4. Cg5, d5;  
5. exd5, Ca5;  
6. d3, h6;  
7. Cf3, e4;  
8. dxe4?!
– Ma sei impazzita?
– Gioca, gioca.
– Lo fai apposta? Mi vuoi dare un vantaggio?
– Gioca, ti ho detto!
– Smetto, invece.
– I centrali. Sono... Mobili. Vedrai. Gioca. Uff...

Giulio

Giovani monarchi. 

Giuseppe

“Quanto mancherà al prossimo coprifuoco?”

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Vanni Santoni è nato a Montevarchi nel 1978, vive a Firenze. Dopo l’esordio con Personaggi precari (RGB 2007, poi Voland 2013), ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi “Gli interessi in comune” (Feltrinelli 2008), “ In territorio nemico” (minimum fax 2013, da coordinatore), “Terra ignota” (Mondadori 2013) e “Terra ignota 2” – “Le figlie del rito” (Mondadori 2014). Con il libro “La stanza profonda” (Laterza) è entrato nella dozzina del Premio Strega 2017.
Alberto Sagna
20-06-2017

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