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“M5S, Lombardi e quando pensavano che la LIPU fosse un uccello...". Intervista a Paolo Pace

Paolo Pace è stato eletto presidente dell’VIII Municipio di Roma alle amministrative del 2016 con il M5s. Lo scorso aprile il “minisindaco” ha rassegnato le dimissioni a causa di fratture interne alla stessa maggioranza pentastellata. Una storia che ha fatto scalpore a Roma, rafforzando l’immagine di un movimento politico non adatto a governare. L’ VIII Municipio è attualmente commissariato mentre Pace è entrato a far parte di Fratelli d’Italia in qualità di militante.

Paolo, sono vere le voci che girano, secondo le quali lei è stato il capro espiatorio di una lotta tra due fazioni, quella legata a Virginia Raggi e quella che fa capo a Roberta Lombardi, di cui fa parte anche il consigliere Ferrara che ha avuto parole durissime sul suo conto?
Che vi sia una lotta interna tra più fazioni questo è evidente. Relegare le mie dimissioni solo a questo sarebbe, però, riduttivo verso gli altrettanti palesi problemi interni al m5s. Tra i tanti: la mancanza di una figura di raccordo tra i diversi livelli di governo che possa sintetizzare i lavori risparmiando tempo e aumentando la capacità di prendere decisioni in una città che vive di emergenze tutti i giorni, l’impreparazione e inadeguatezza della stragrande maggioranza dei consiglieri eletti, l’assenza di una struttura interna trasparente e forte che individua i responsabili decisionali aumentando le capacità di incidere concretamente sulle esigenze dei cittadini. Chi ad oggi prende decisioni per la Sindaca?

Il rancore delle parole del consigliere Ferrara manifestano invece la totale incapacità ed impreparazione nella gestione dei problemi che si sono verificati nella maggioranza. Il risultato? La contestuale richiesta a tutti i consiglieri municipali di dimissioni in massa per far cadere subito il municipio ed evitare la gogna mediatica. Tra l’altro, lo stesso consigliere Ferrara, spesso propone immagini e visioni di una città pulita che non corrispondono per niente alla reale condizione delle nostre strade e dell’intera città. Basta passeggiare per il litorale romano per accorgersi dei problemi ancora presenti. Imbarazzanti poi i suoi tentativi di prendersi i meriti di qualunque cosa come quello di aver asfaltato una strada senza nemmeno sapere che è stata asfaltata dalla società del gas che aveva fatto i lavori di interramento di condutture.

La stampa riporta indiscrezioni circa una candidatura di Roberta Lombardi a governatore della regione Lazio…
La Lombardi è da tempo "a capo" di una frangia di eletti a vario livello che tenta l'ascesa all'interno del M5S. Non mi stupiscono questi rumors attorno ad una sua eventuale candidatura. Ovviamente la Regione Lazio merita di meglio che quattro improvvisati che giocano a fare i politici. I cittadini non vorranno certamente replicare, in maniera più importante, il "disastro" dell'amministrazione Raggi al Comune di Roma.

Lei era considerato un fedelissimo della sindaca. Come mai, nel momento cruciale, la Raggi non l’ha aiutata?
Questa domanda me la sono posta numerose volte, soprattutto dopo ogni grido d’allarme lanciato alla Sindaca, sempre invano. Nonostante il mio sostegno e supporto (contro gli attacchi dei consiglieri talebani del municipio VIII). La risposta è parzialmente spiegata dalle lotte interne, stupide e deleterie faide che distolgono l’attenzione da una missione così complessa. Dall’altro lato troviamo un’amministrazione inerte e totalmente avulsa dalle reali problematiche del territorio: una gestione commissariale della città, nessun investimento strutturale che incida concretamente sui bisogni dei cittadini, la decenza e la pulizia che questa città meritano, maggiore sicurezza e un servizio di trasporto che possa definirsi tale. Tutto ciò desta in me non poche preoccupazioni, vi sono interi municipi amministrati in maniera pessima e senza controllo.

Lei proviene dall’ottavo municipio, lo stesso di Daniele Frongia e Salvatore Romeo.  A proposito di quest’ultimo, cosa ne pensa del suo rapporto con la Raggi? Erano vere le dichiarazioni dell’ex assessore Berdini su una loro presunta relazione?
Ho avuto modo di conoscere Salvatore Romeo durante la campagna elettorale del 2013 quando da cittadino mi ero inserito nel gruppo dei sostenitori del M5S dell’VIII Municipio, ma sinceramente non mi fece una buona impressione. L’ho incrociato, all’inizio del mandato, qualche volta nelle sale del Campidoglio e mi sembrava avesse una posizione di rilievo nell’organizzazione capitolina. Un sorriso però ammetto che me lo hanno strappato nel momento in cui la Sindaca ha affermato di non essere a conoscenza di nessuna polizza assicurativa a lei intestata.

Durante il suo incarico di Presidente, l’ottavo municipio è stato scosso dalla pubblicazione di una lista di proscrizione di nemici del M5s, compilata dal consigliere municipale Massimiliano Morosini. Cosa ne pensa di quella lista e del fatto che Morosini sia stato querelato dall’avvocato Borrè, cui l’Ordine degli avvocati ha manifestato solidarietà per l’increscioso episodio?
Fu uno dei tanti momenti in cui mi sono veramente vergognato di rappresentare questa tipologia di soggetti e maturavo in me la convinzione di avere una squadra di consiglieri miracolata dalla rete e composta, in buona parte, da un branco di incompetenti che improvvisavano a fare i politici. Espressi subito la mia distanza siderale dalle azioni dell’ex consigliere, colta immediatamente dalla restante parte dei talebani come segno di una fantomatica vicinanza al “regno dei giornalisti cattivi da escludere dai mezzi di informazione perché parlano male del m5s”.

Tra l’altro l’ordine degli avvocati denunciò formalmente la questione indirizzando al sottoscritto una lettera in cui spiegava l’accaduto. Io dovetti quindi scrivere una lettera di scuse e di disapprovazione totale dell’operato di questo ex consigliere. Tra l’altro mi risulterebbe (come riportavano alcuni giornali) che questo stesso consigliere per le sue avventate azioni abbia in piedi un paio di procedimenti penali. Esempi lampanti questi, che dimostrano l’incompetenza e l’inadeguatezza di tali persone che ogni tanto regalavano momenti di intensa ilarità: consiglieri che intendevano modificare il TUEL in sede municipale o ancora consiglieri che intendevano la LIPU come una specie ornitologica invece di un ente di protezione animali. Le pesanti assenze dei talebani da tutti gli eventi e iniziative che il municipio poneva in essere, ad evidenziare l’alto senso istituzionale di questi signori che giocavano a fare i politici. Infine, non meno importante il boicottaggio che le donne della maggioranza del M5S (ad esclusione di Brigida, Latteri e Chisena) hanno messo in atto per la giornata contro la violenza sulle donne: ennesima caduta di stile per tutto il gruppo municipale.

Le indagini sulla Raggi si sono chiuse e la sindaca si avvia verso il processo. Come pensa che ne uscirà e secondo lei la giunta potrà reggere a un rinvio a giudizio o a una eventuale condanna?
La Procura sta facendo il suo lavoro e credo che alla fine verrà fuori la verità. Dispiace aver preso atto che il regolamento del M5S sia personalizzabile in relazione ai soggetti su cui dovrebbe applicarsi. L’assessore Muraro è stata costretta a dare le dimissioni per aver ricevuto un avviso di garanzia; la sindaca, come lei stessa ha dichiarato, resterà al suo posto anche in caso di rinvio a giudizio. Anche questo “due pesi e due misure” contrasta fortemente con l’impronta paritetica che si voleva dare ai principi del M5S e dimostra senza ombra di dubbi che il M5S è di fatto un partito come tutti gli altri, con l’aggravante di non avere una organizzazione, una struttura.
“Faremo una selezione pubblica per gli assessori ed i collaboratori della mia Giunta”, e ancora “Apriremo una call pubblica  per dare la possibilità ai giovani di questa città dimettersi a disposizione dell’amministrazione comunale”: ad oggi, tutto ciò, meschinamente disatteso.

Le tornano in mente episodi incresciosi accaduti  durante  la sua appartenenza al M5s?
Ricordo la prepotenza di Paolo Ferrara che chiamato a dirimere i contrasti tra consiglieri e giunta, nel corso di una riunione impediva ad un consigliere di uscire dalla stanza e lo rimetteva a forza a sedere prima di chiedere loro di dare tutti insieme le dimissioni. Oppure il tentativo del presidente del consiglio Lupardini che faceva salire senza autorizzazione una ditta di sua conoscenza sul tetto del municipio per fargli fare un preventivo sul l'installazione di un impianto fotovoltaico e dopo pochi giorni presentava una proposta di risoluzione che impegnava il presidente ad attivarsi per installare un impianto fotovoltaico sul tetto del municipio (leggi delibera di giunta pubblicata su sito comune viii municipio. Oppure quando la presidente della commissione urbanistica (una biologa) voleva bloccate 600 milioni d'investimento, 3000 posti di lavoro, un progetto già autorizzato perché in quell'area degli ex mercati generali nidificava un germano reale...

Come spiega il fatto che molte defezioni all'interno del M5s si verificano solo dopo aver ottenuto un ruolo nelle istituzioni?
Perché governare è altra cosa rispetto allo stare all’opposizione e dire sempre di no a tutto senza fornire un’alternativa. Chi ha capacità personali e professionali ed intende metterle a disposizione, una volta eletto, trova un buon numero di soggetti interni che, non avendo analoghe prerogative cominciano a bloccare, ostacolare o ritardare tutto. Evidentemente la persona capace e preparata non potrà sopportare oltremodo questa situazione e decide quindi di liberarsi di questo fardello. Questo è il motivo per cui gli elementi migliori vanno via dal M5S e trovano ospitalità in altri gruppi politici meglio organizzati, più esperti, più lungimiranti ed attenti alle dinamiche collettive. Non basta essere solo onesti per occuparsi della vita delle persone, spesso non è sufficiente nemmeno essere competenti se non si accompagna la competenza ad una buona dose di buon senso e di pragmatismo.

Qual è l'opinione in FdI sui fatti che Le sono accaduti e sul M5s in generale?
Ovviamente chiunque venendo a conoscenza delle assurdità che sono accadute è rimasto allibito e, credo, ancor di più i rappresentanti di FdI dove effettivamente si opera con grande professionalità, competenza, buon senso e secondo il principio “uno per tutti e tutti per uno”, che è in antitesi con il principio del M5S che vede “l’uno vale uno”. Una cosa, almeno per me, risulta essere particolarmente inaccettabile tra persone della stessa squadra: la mancanza assoluta di fiducia degli uni verso gli altri che fa venir meno proprio il concetto di squadra. Nel M5S si rimane da soli, isolati, non si può mai far affidamento su nessuno. Tutto questo costringe a fare continui controlli e verifiche su ogni cosa, con immense perdite di tempo e delegittimazioni a tutti i livelli, Motivo in più per comprendere ancora una volta come queste persone non possano assolutamente governare una collettività.

Ritiene possibile che in futuro si stringa un’alleanza politica a livello nazionale tra i Cinquestelle e le destre?
Ritengo questa ipotesi una pura utopia che non potrà mai concretizzarsi in futuro per la mancanza oggettiva dei requisiti e delle condizioni minime necessarie. Come si potrebbe solo pensare di accordarsi con chi crede che un attivista M5S vale quanto la sindaca di Roma, con chi non riconosce ruoli e funzioni istituzionali, con chi mistifica l’ambito politico con quello amministrativo, con chi non riesce ad accordarsi nemmeno nel suo interno tante e tali sono le faide che separano tutti? Impossibile quindi fare una qualunque coalizione o accordo e non credo comunque che ci sia nemmeno la volontà per un partito strutturato di trovare un’intesa con chi ha dimostrato di essere incompatibile con l’attività di governo.
Vincenzo Ruocco
14-07-2017

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