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Cultura in lutto per la morte di Gillo Dorfles

Filosofo, pittore, critico d’arte, se ne va all'età di 107 anni. Soltanto lo scorso gennaio aveva inaugurato alla Triennale di Milano una mostra con 15 nuove tele

Cultura italiana inn lutto per la morte di Gillo Dorfles, avvenuta oggi a Milano, all'età di 107 anni. Pittore, filosofo, critico d’arte, Dorfles ha vissuto l'intero «secolo breve» da protagonista. Soltanto lo scorso gennaio aveva inaugurato alla Triennale di Milano una mostra di dipinti con 15 nuove opere.

Nato a Trieste nel 1910, dopo la Prima guerra mondiale si trasferì con la famiglia a Genova, dove trascorse l’infanzia, per poi rientrare nella città natale negli anni dell’adolescenza e iscriversi al Liceo Classico. Nel 1928 è a Milano per studiare medicina, dove si specializzerà in neuropsichiatria. A partire dagli anni Trenta, poi, svolge un’intensa attività di critica d’arte collaborando per le principali riviste dell’epoca. L’esordio in pittura è di pochi anni successivo e nel 1948, insieme con Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet, Dorfles fonda il Movimento Arte Concreta (Mac) per dare vita a un linguaggio artistico nuovo e superare le correnti astrattiste che attraversavano l’Europa. Negli anni Cinquanta parte la sua attività di filosofo che culmina, nel decennio successivo, nell’attività di docente di estetica presso le università di Milano, Trieste e Cagliari.

In tanti decenni di attività ha scritto monografie di artisti (da Bosch fino a Toti Scialoja), ha pubblicato studi sull’architettura e un saggio che ha fatto epoca sul disegno industriale (Il disegno industriale e la sua estetica, 1963). Con un libro diventato un cult ha insegnato agli italiani cos’è il kitsch (Il Kitsch, antologia del cattivo gusto, 1968). E nel 2012, a 45 anni di distanza dall’uscita di quel testo che fu una pietra miliare per comprendere l’evoluzione del cattivo gusto nell’arte moderna, la Triennale di Milano gli ha reso omaggio con una mostra («Gillo Dorfles. Kitsch oggi il Kitsch») per descrivere il fenomeno in tutte le sue più recenti articolazioni. Negli ultimi anni si era concentrato sulla passione per l’alchimia e Vitriol, l’enigmatico personaggio che aveva inventato nel 2010 e che ha dato il titolo all'ultima rassegna della Triennale, nasconde nel suo nome uno degli acronimi più usati dagli alchimisti.

Tra i tanti messaggi di cordoglio, anche quello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Gillo Dorfles è una personalità di grande spessore, che ha saputo esplorare i termini della cultura moderna nelle sue diverse espressività . La sua morte priva la comunità internazionale della sua creatività, artistica e intellettuale, che ha avuto il dono della longevità rendendone partecipe, fino agli ultimi giorni di vita, l'intero Paese. Desidero esprimere vicinanza e solidarietà alla famiglia di Dorfles, a quanti a lui erano legati da affetto, stima e amicizia, ai tanti che lo hanno conosciuto e ne hanno tratto insegnamenti, idee, spirito critico per arricchire il proprio pensiero e il proprio talento. La sua ricerca ha attraverso il secolo, da quando la sua Trieste non era ancora italiana ad oggi, confrontandosi sempre con la modernità, per comprenderla criticamente, per sfidarla. E' stato uomo di avanguardia, non alla moda. La molteplicità dei suoi interessi e la grande sensibilità lo hanno spinto, molto presto, a un approccio multidisciplinare, a tenere insieme la pittura con la filosofia, la poesia con l'architettura e le nuove scienze della comunicazione. Ha guardato avanti e lo ha fatto senza accondiscendenza, talvolta con spirito provocatorio, sempre con intuito e genialità. La sua opera è apprezzata e studiata nel mondo. Il nostro Paese lo annovera tra i suoi artisti e i suoi pensatori illustri».
02-03-2018

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