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Governo, Salvini a Di Maio: si sieda al tavolo

Secondo roud di consultazioni condotte dal presidente del Senato Alberti Casellati per tentare di capire se esistono dei margini per formare un governo M5S-Lega

«Nutriamo la fondata speranza che si riesca finalmente a superare la politica del no che in molti hanno portato avanti fino a oggi». Così Matteo Salvini al termine del suo incontro per il secondo roud di consultazioni condotte dal presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati per tentare di capire se esistono dei margini per formare un governo M5S-Lega.

«Confidiamo che il secondo partito superi i veti e accetti finalmente di sedersi al tavolo parlando di programmi e non dai posti» ha aggiunto Salvini. «È improponibile un governo con chi ha perso», ribadisce ancora il leader della Lega che ha parlato a nome del centrodestra, ricordando diversi temi come «la riforma delle pensioni» da fare «con chi è stato premiato dagli italiani e con i secondi arrivati. A dispetto di quello che abbiamo letto sui giornali, speriamo che per reciproca volontà si parli di cose da fare come la crisi, l’ Alitalia e la riforma fiscale che sta a cuore anche al Movimento Cinque stelle». Pace fatta con Di Maio? «Sì, ci sono dei segnali di novità dal M5S, confidiamo oggi in quel che dirà Di Maio».

Intanto si registra un nuovo veto dei 5Stelle a Berlusconi, mentre il capogruppo grillino al Senato Danilo Toninelli apre alla trattativa con il Pd: «Noi parliamo solo della Lega perché il presidente Mattarella ha dato alla Casellati un mandato specifico - dice a Rtl 102.5, prima dell'incontro con Casellati - ma noi non è che non stiamo parlando al Pd al quale rinnoviamo la proposta di sedersi a un tavolo e scrivere un contratto di governo. Io spero che su sollecitazione anche del presidente della Repubblica facciano un passo avanti. Se il Pd vuole realizzare un programma serio noi ci siamo, noi abbiamo il reddito di cittadinanza e loro hanno il reddito di inclusione, troviamo una via di mezzo e combattiamo la povertà». E poi: «All'interno del metodo del contratto alla tedesca a me che ci sia Matteo Renzi o meno importa poco perché lui sarà obbligato a votare quelle proposte in Parlamento».

Dal Pd però confermano il no. Ora è il momento della verità per il centrodestra e i Cinque stelle, dicono, dopo settimane di veti e scontri a danno del Paese, dicono dalla segreteria dem riunita al Nazareno. Il Pd mantiene dunque la linea «coerente di minoranza parlamentare e proposta al Paese», aggiungono le stesse fonti. I 5 stelle sono molto distanti da noi. Per il Pd le intese si fanno solo sui programmi e un’alleanza con Di Maio e Toninelli è del tutto improbabile», sottolinea il capogruppo Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci.
19-04-2018

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