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Salvini e Di Maio, accordo su pace fiscale

Il premier Conte e i suoi due vice, dopo giorni di tensione, trovano una nuova linea: vengono esclusi dal provvedimento lo «scudo penale» e beni all’estero

Arriva l'intesa tra Lega e Movimento Cinque Stelle sulle modifiche al decreto fiscale. Dal testo saranno cancellati lo scudo fiscale e il condono penale per il rientro dei capitali all'estero. Resta invece il rapporto defici-pil fissato al 2,4%. L'annuncio è stato dato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dai vicepresidenti Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

I vertici del governo hanno anche apprfoittato dell'occasione per rivolgersi ai mercati, cercando di rassicurarli:
«Non c'è e non ci sarà nessun proposito di uscire dall'Unione europea o dal sistema della moneta unica. Stiamo bene in un continente, tranne ai confini della Francia. Ma là mando le pattiuglie della Polizia e il problema è risolto» ha scandito il leader della Lega Salvini. «Finché resterò capo politico del M5S e finché ci sarà questo governo non c'è nessuna volontà di lasciare Ue o la zona euro, c'è la volontà di sedersi con le istituzioni Ue», gli fa eco il capo dei grillini.

«Conte ha la mia stima e ha sempre ragione, l'unica cosa è che stavolta chiederò che quando lui leggerà il decreto e Di Maio prenderà nota, una copia la voglio anche io. Altrimenti poi non vorrei che si ricominciasse da capo. È un fraintendimento, un misunderstanding» aveva dettoin precedenza Salvini, tornando sulla polemica sul decreto fiscale e sulle modifiche denunciate da Luigi Di Maio a margine del Forum della Coldiretti a Cernobbio, prima di partire per Roma per la riunione a Palazzo Chigi. Ma Salvini ha voluto anche precisare: il governo non andrà in crisi. «Lo dirò a Di Maio e lo dirò a Conte, che stimo entrambi, che abbiamo cosi tanti avversari fuori che sono interessati ad avere un'Italia precaria, in ginocchio e serva anche sui temi agricoli, un'Italia che apre il mercato alle schifezze che arrivano dall'altra parte del mondo perdendo salute e lavoro», ha affermato Salvini. Per questo «dentro dobbiamo andare d'accordo, abbiamo il diritto e dovere di andare d'accordo, io condizioni non ne pongo, visto che gli altri sono molto attenti giustamente come lo sono io». Non è mancata però un'ultima stilettata agli alleati: «Quando mi arrivano dei provvedimenti dei 5 Stelle io spesso vado sulla fiducia, li firmo, li leggo e non eccepisco alcunché, e non cambio idea dalla sera alla mattina, però ognuno è fatto a suo modo, qiundi io rispetto gli alleati con cui stiamo lavorando bene in questi mesi e con cui lavoreremo bene per 5 anni».
20-10-2018


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