Salvini: ecco la lista dei magistrati pro migranti
L’annuncio del ministero degli Interni, con una nota ufficiale, dopo che il Tar della Toscana ha annullato il provvedimento sulle «zone rosse» di Firenze
Una nota del Viminale annuncia che le posizioni personali espresse dai magistrati di Firenze che martedì hanno bocciato il provvedimento sulle «zone rosse» e da quelli di Bologna che pochi giorni fa avevano obbligato il comune ad iscrivere all’anagrafe della città alcuni richiedenti asilo, contro il parere del ministero, saranno messe al vaglio.
Il Viminale dunque mette nel mirino i magistrati che hanno emesso sentenze contro provvedimenti del governo. L'annuncio, come accennato, è arrivato dopo che il Tar della Toscana ha annullato il provvedimento sulle cosiddette zone rosse di Firenze. Dal Viminale sottolineano di essere pronti a «riformulare l'ordinanza per allontanare da alcune aree cittadine balordi e sbandati» ma, ribadiscono, si valuta anche la possibilità di chiedere un intervento dell'Avvocatura dello Stato per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi e passare il fascicolo ad altri a causa delle proprie posizioni sulla politica del governo. Idee che, dice il Viminale, sono state «espresse pubblicamente o attraverso rapporti di collaborazione o vicinanza con riviste sensibili al tema degli stranieri come "Diritto, immigrazione e cittadinanza" o con avvocati dell'Asgi (associazione studi giuridici per l'immigrazione) che hanno difeso gli immigrati contro il Viminale.
Il ministero fa riferimento in particolare alla giudice Luciana Breggia - il magistrato del tribunale di Firenze che ha emesso la sentenza che ha escluso il ministero del giudizio sull'iscrizione anagrafica di un immigrato («Si candidi per cambiare le leggi che non condivide») aveva detto lo stesso Salvini - ma anche altri due magistrati: Rosaria Trizzino, che, dice il Viminale, è il giudice che presiede la sezione del Tar della Toscana che ha bocciato le zone rosse e Matilde Betti, la presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna che il 27 marzo 2019 non ha accolto il ricorso proposto dal ministero dell'Interno contro la decisione del giudice monocratico del capoluogo emiliano che disponeva l'iscrizione nel registro anagrafico di due cittadini stranieri. |