«Il cambiamento climatico aumenterà fame e migrazioni»
L'Onu: a pagarne le conseguenze saranno soprattutto le popolazioni più povere di Africa e Asia, con guerre e migrazioni. Ma anche il Mediterraneo è ad alto rischio
L’aumento delle temperature, aggravato dal disboscamento e dallo sfruttamento eccessivo di terreni e risorse idriche, rappresenta una grave minaccia alla sicurezza alimentare dell’umanità. E’ questo il punto centrale del nuovo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), approvato a Ginevra dalle delegazioni di 195 paesi e pubblicato oggi.
E una dieta che faccia meno ricorso a carne e latticini potrebbe aiutare a far fronte alla crisi, si legge nel rapporto. “Il clima visto dal mio piatto” è la prospettiva molto concreta scelta dagli esperti sul clima dell’Onu per allarmare classi politiche e cittadini sulle conseguenze dirette del riscaldamento globale, che ipoteca la sicurezza alimentare di tutto il pianeta. “Cambiamento climatico, desertificazione, degrado dei terreni, gestione sostenibile dei suoli, sicurezza alimentare e flusso dei gas ad effetto serra degli ecosistemi terrestri”, è il titolo dell'articolato nuovo rapporto.
Il documento di 1200 pagine mette in evidenzia che il costante aumento della temperatura media globale (record storico registrato il mese scorso) e lo sfruttamento senza precedenti delle risorse naturali da parte dell’uomo sono minacce sempre più pericolose e vanno fermate per evitare una catastrofe. Non solo: le attività umane hanno già danneggiato un quarto delle terre emerse non coperte dai ghiacciai mentre la crescente competizione per l’utilizzo dei suoli sta deteriorando irrimediabilmente gli ecosistemi. Gli autori del rapporto denunciano le contraddizioni dell’attuale sistema alimentare mondiale, in particolare il crescente consumo di carne (anche se non arrivano a invitare a mangiare solo vegano o vegetariano). Denunciati anche tutti gli interessi delle potenti industrie agroalimentari e forestali, co-responsabili dell’attuale crisi. |