Dimezzata produzione petrolio dopo attacchi
I raid sauditi sono stati rivendicati dai ribelli yemeniti, ma per Pompeo "non cʼè alcuna prova". Gli Stati Uniti si dicono pronti a usare le riserve di greggio
Gli attacchi con droni contro due importanti raffinerie saudite, ufficialmente rivendicati dai ribelli yemeniti alleati dello Repubblica islamica, hanno convinto Riad a fermare temporaneamente la produzione di petrolio, tagliando di circa la metà. Gli Usa puntano il dito contro Teheran.
Nonostante la rivendicazione, infatti, per il segretario di Stato Usa Pompeo «non c'è alcuna prova che gli attacchi siano arrivati dallo Yemen» e accusa direttamente l'Iran. Gli Usa si dicono quindi «pronti a impiegare le riserve petrolifere strategiche, se necessario, per compensare qualsiasi interruzione dei mercati petroliferi». Il dipartimento Usa dell'Energia ha poi dato disposizione di lavorare con la International Energy Agency su potenziali opzioni per una risposta globale collettiva se necessario. Trump ha telefonato al principe ereditario saudita Mohammad bin Salman «per offrire il suo sostegno all'autodifesa dell'Arabia Saudita» e «condannare fortemente l'attacco a importanti infrastrutture energetiche», come ha fatto sapere la Casa Bianca. |