Centrodestra unito in piazza a Roma
Attese decine di migliaia di persone nella Capitale con treni speciali e circa 400 pullman. Salvini: «Piazza di chi non vuole essere spennato dalle nuove tasse»
Centrodestra in piazza sabato per la manifestazione #orgoglioitaliano. Dalle 13 chiusure e deviazioni interesseranno la zona di San Giovanni, a Roma, dove sono arrivate decine di migliaia di persone (200mila secondo gli organizzatori) con treni speciali e circa 400 pullman.
«La sinistra sta mettendo le mani avanti dicendo che ci saranno fascisti, razzisti, venusiani... No, ci saranno solo italiani, mamme e papà, artigiani, contro il governo delle tasse e delle manette». Così alla vigilia il leader della Lega Matteo Salvini. Quindi punge il Pd: «Mi avevano detto che ero pazzo, che non avrei mai riempito questa piazza, quella delle adunate della Cgil-Cisl Uil, di Berlinguer, della sinistra, del Primo Maggio. Ma ora ci siamo noi, con i lavoratori, i precari, gli studenti, i poliziotti, le partite Iva. Nelle sedi del Pd e nelle Leopolde ci sono più banchieri e finanzieri che lavoratori. San Giovanni domani sarà la piazza di chi non vuole essere spennato dalle nuove tasse del governo. Chiediamo trasparenza, onestà, meno tasse, più sviluppo. Una marea umana bella, pacifica ma determinata, con un'idea di futuro, opposta a quella di un governo di poltronari».
«Questa non è la piazza di Matteo, Giorgia o Silvio, ma di tutti» ha poi deto Salvini in piazza San Giovanni, aprendo l'evento con un pensiero ai due poliziotti morti a Trieste, Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. «Per loro il silenzio e l'affetto della piazza». Dal palco di piazza San Giovanni Salvini è tornato poi ad attaccare la Raggi. «Dateci una mano a mandare a casa Zingaretti e Raggi, Gianni e Pinotto, il duo sciagura, due perdenti a livello nazionale...», dice alla folla. «Pensate che a proposito di civiltà ci e vi fanno pagare 9 mila euro per la raccolta differenziata in questa piazza, sono convinto che lascerete questa piazza più pulita. Mi piacerebbe che la Raggi fosse ugualmente attenta 365 giorni l'anno per togliere i rifiuti, visto che la pagano per questo». Salvini parla anche di immigrazione: «Al governo abbiamo gente con le mani sporche di sangue: più partenze e più morti». Quindi un affondo contro Maria Elena Boschi: «Ha denunciato il Pd, come partito delle tasse...Ma eri nel Pd sino all'altro ieri? Entrano ed escono dal Pd come un istituto di cura. Noi al governo torneremo e presto, dalla porta principale, senza trucco e senza inganno. Questa piazza guarda al futuro, le Leopoldine e gli incontri di Zingaretti e Di Maio guardano al passato».
«L’unico modo di combattere l’evasione fiscale è abbassare le tasse. Solo un cretino pretende di perseguitare il commerciante, l’artigiano o alla partita Iva» dice ancora Salvini. Che poi elogia «l’Italia della concretezza»: «Lavoriamo perché vinca il merito anche a scuola e nelle università». Dal leader leghista anche il suo sì all’elezione diretta del capo dello stato, al ripristino del servizio militare («lì c’è ordine e disciplina»). «Italiani, su la testa: al governo ci torna chi ha dimostrato di saperlo fare». e a chiudere: «Riprenderemo in mano questo paese senza aspettare ordini da Berlino o Parigi. Se serve, per il mio Paese do anche la mia vita». .jpg)
«Siamo qui per dire no al governo delle tasse, delle manette, della burocrazia, del giustizialismo fuori controllo. Siamo qui per mandare a casa un governo non eletto dagli italiani», ha affermato invece il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, dal palco di Piazza San Giovanni. «Questa è una piazza mai vista, che ci impone di lavorare insieme». Nel suo intervento, Giorgia Meloni è tornata a parlare di migranti: «Se servono i muri si costruiscono - afferma la leader di Fratelli d'Italia - io voglio un governo che dica no all'immigrazione clandestina. Se servono i muri si costruiscono i muri, se servono i blocchi navali, si fanno i blocchi». «Gridiamo ai signori asserragliati nel palazzo che la sovranità appartiene al popolo. Questa era la piazza delle bandiere rosse, ora sventolano le bandiere tricolori. Compagni, siete stati sconfitti dalla storia. Ma sconfitti sono anche i Cinquestelle». E dalla piazza parte il grido «Grillo, vaff...!». Mlenoi rilancia lo slogan «Dio, patria, famiglia». «Serve un governo di patrioti per fermare l’immigrazione. E se servono i muri si costruiscono. Si fa il governo senza sinistre che leccano i piedi ai francesi e all’Europa».
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