Omicidio di Luca, il killer denunciato dalla madre
Il racconto della donna ha portato al fermo di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, ventenni del quartiere San Basilio, sospettati per la morte di Luca Sacchi
La svolta alle indagini che ha portato al fermo di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, ventenni del quartiere San Basilio, accusati della morte di Luca Sacchi, il giovane personal trainer freddato con un colpo di pistola alla testa fuori ad un pub nella Capitale, è arrivata grazie alla madre di Del Grosso. E lo conferma lei stessa.
È stata dunque la madre di quello che per gli inquirenti è l'autore materiale dello sparo a essersi presentata in commissariato per dire: «Credo che mio figlio abbia fatto una cazzata», portando polizia e carabinieri del Nucleo Investigativo sulle tracce dei due che sono perfino più giovani della già giovane vittima. Intanto emergono nuove elementi sulla dinamica dei fatti, secondo cui l’omicidio sarebbe avvenuto per un tentativo di rapina legato a una presunta compravendita di droga. Il decreto di fermo dei due giovani cita anche Anastasia, la fidanzata di Sacchi, che avrebbe avuto nello zaino un fascio di banconote. E proprio quelle banconote avrebbero attirato l'attenzione di Del Grosso e Pirino.
La famiglia di Luca Sacchi, dopo la stessa Anastasia, smentisce le voci secondo cui il ragazzo potesse fare uso di droga. «Prima di donare gli organi, come è stato scelto dalla famiglia - spiega il legale Domenico Pavone - l'ospedale ha effettuato tutti gli accertamenti clinici e tossicologici, che hanno dato esito negati e dunque si è proceduto all'espianto. Luca era un atleta, naturista e salutista e non usava nulla che potesse danneggiare il suo equilibrio sia nell'animo che nel corpo». La famiglia, sempre nelle parole del suo legale, precisa che Luca non conosceva i due fermati né aveva mai avuto contatti con loro. |