Torna in Italia il piccolo Alvin, portato all'Isis dalla madre
Cinque anni fa fu prelevato da un paesino vicino a Lecco per trasferirsi con la madre in Siria dopo avere abbracciato il Califfato, ed essersi radicalizzata venendo poi uccisa
L'undicenne Alvin torna finalmente in Italia, dopo aver visto tutto il male possibile. Cinque anni fa, il bambino venne prelevato dalla madre da un paesino vicino a Lecco per trasferirsi con lui in Siria dopo avere abbracciato il richiamo lugubre del Califfato, ed essersi radicalizzata. Venendo infine uccisa.
A Barzago, il paesino in Lombardia, era rimasto solo il padre, Afrim Berisha, un operaio di 50 anni di nazionalità albanese, trasferitosi in Italia in pianta stabile, integrandosi completamente. La moglie dell'uomo, diventata foreign fighter via internet, sarebbe stata uccisa durante un bombardamento, e dopo la sua morte il piccolo è finito nel campo profughi che ospita migliaia di mogli di miliziani del Califfato con i loro bambini, nella parte nord-orientale della Siria. Ora, con una operazione difficilissima dal punto di vista diplomatico, la Croce Rossa Internazionale che si è avvalsa del supporto di diversi Paesi, la Siria, l'Italia, la Turchia per riportare il bambino a casa dal padre, in Italia.
In questi giorni il presidente della Croce Rossa Internazionale e della Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca è volato in Siria con un unico obiettivo, riportare in Italia il piccolo Alvin la cui storia ha commosso tanti italiani, anche grazie alla trasmissione delle Jene. Il padre non appena era venuto a sapere di dove fosse il figlio, si era precipitato in Siria, anche se non aveva potuto riportarlo indietro a causa dei problemi per farlo espatriare. C'è voluto anche l'intervento del ministro degli Esteri Di Maio e del presidente del Consiglio Conte. L'arrivo del bambino dovrebbe essere previsto per domani. |