Ex Ilva, si fermano tutti gli stabilimenti
Jindal si sfila: «Smentiamo con forza» si legge in un tweet postato sul canale Twitter del gruppo, le indiscrezioni di stampa secondo cui c'era interesse per Taranto
In mattinata è iniziato lo stato di agitazione all'ex Ilva di Taranto che proseguirà per 24 ore. A Genova, nella fabbrica di Cornigliano, i dipendenti sono riunuti in assemblea, mentre i lavoratori iscritti alla Fim hanno scioperato ieri 7 novembre fino alle 15.
La protesta odierna è stato indetta da Fiom e Uilm che hanno atteso l’incontro tra governo e sindacati prima di proclamare la mobilitazione. Si è smarcata, invece, l’Usb: «Non partecipiamo allo sciopero in quanto crediamo che finché abbiamo contezza che Mittal andrà via non riteniamo opportuno fare manifestazioni o mobilitazioni». A sottolinearlo Alessandro D’Amone dell’Usb di Taranto. Da fonti sindacali, si apprende che il premier Conte sarà nella città pugliese nel pomeriggio, subito dopo aver presenziato ai funerali dei vigili del fuoco ad Alessandria.
Intanto sfumano le già rare speranze di un interessamento del gruppo indiano Jindal che nega attenzione per gli asset dello stabilimento di Taranto dopo la ritirata di ArcelorMittal. «Smentiamo con forza» si legge in un tweet postato sul canale Twitter del gruppo, le indiscrezioni di stampa secondo cui «Jindal Steel & Power potrebbe rinnovare il suo interesse per l'acciaieria di Taranto».
I commissari dell'Ilva in amministrazione straordinaria annunciano infine che presenteranno una istanza all'autorità giudiziaria pugliese per chiedere la proroga del termine del 13 dicembre fissato dal tribunale per la realizzazione degli adeguamenti di sicurezza dell'Altoforno 2 sottoposto a sequestro dopo l'incidente del giugno 2015 in cui è morto l'operaio Alessandro Morricella. Lo hanno detto gli stessi commissari, Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo, in un incontro avuto ieri in Procura con il procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo.
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