«Nemici al nostro interno, io non mollo»
Il ministro è intervenuto nel corso della riunione dei responsabili dei dicasteri pentastellati riuniti a Palazzo Chigi. Vito Crimi diventa il reggente del Movimento
«Lascio, le mie dimissioni da capo politico M5S sono irrevocabili». Così Luigi Di Maio ufficializza ai ministri pentastellati riuniti a Palazzo Chigi il passo indietro dalla guida del Movimento. Nel corso della riunione tutti lo hanno ringraziato per il lavoro svolto finora. Vito Crimi (da statuto) è il reggente.
Stamani Di Maio è stato tra i primi a entrare nella sede del governo, dentro a un'Alfa ministeriale. A seguirlo alla spicciolata un po' tutti i ministri da Alfonso Bonafede a Spadafora. Il vertice si è svolto nella Sala Verde dove da prassi il governo incontra i sindacati per le vertenze nazionali, durando circa un'ora e mezza, e ha registrato anche le posizioni di chi ha chiesto fino alla fine a Di Maio di ripensarci o perlomeno di aspettare fino a lunedì per rassegnare le dimissioni. Ma l'ormai ex capo politico dei grillini è apparso irremovibile, come era stato già anticipato da diverse fonti lunedì. Alla riunione non ha partecipato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Si apre una fase delicata e complicata», ha detto il Guardasigilli Bonafede. «Vediamo che succede, poi semmai parlerò», l'unico commento di Crimi.
Nel pomeriggio l'annuncio ufficiale: «Per stare al governo serve essere presenti sul territorio in maniera organizzata: ci ho lavorato un anno e ho portato a termine il mio compito. Ora inizia il percorso verso gli Stati generali», sono le prime parole di Di Maio al Tempio di Adriano. «È giunto il momento di rifondarsi: oggi si chiude un'era. Ed è per l'importanza di questo momento che ho iniziato a scrivere questo documento un mese fa. Una volta nominati i facilitatori il mio compito è terminato». Ma il Movimento Cinquestelle, assicura il leader dimissionario, «non è finito, anzi è appena cominciato. Il M5S - spiega - è un progetto visionario che non era mai stato realizzato prima e che non ha eguali nel mondo: siamo arrivati al governo, abbiamo indicato un ottimo presidente del Consiglio e due bravissime squadre di ministri e sottosegretari. Nessuno ancora oggi sarebbe pronto a scommettere sul nostro futuro, siamo stati l'incubo degli analisti ma non è finita, è appena cominciata. Il progetto di crescita per i prossimi decenni continua».
Di Maio non rinuncia però a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Abbiamo tanti nemici, qualcuno che resiste e che ci fa la guerra. Ma nessuna forza politica è mai stata sconfitta dall'esterno. I peggiori nemici sono quelli che al nostro interno lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità. Molti in questi mesi mi hanno accusato di esser stato troppo ingenuo - aggiunge - non mi sento tale ma preferisco passare per ingenui che essere considerato un imbroglione. E personalmente continuo a pensarlo nonostante i tanti tradimenti. C'è chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi responsabilità è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle spalle». «Dalle leggi che abbiamo approvato non si può tornare indietro. Se proveranno a cancellare la legge anticorruzione, prescrizione o reddito di cittadinanza ci saranno migliaia di persone in piazza per impedirlo. E io sarò con loro - puntualizza Di Maio -. Qualsiasi cosa accadrà mi fido di noi, del M5S e di chi verrà dopo di me».
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