Coronavirus, inferno in Spagna: 4mila morti
Negli Usa superati i mille morti, casi salgono a 68.572, Biden: catastrofe riaprire per Pasqua. In Cina ancora nuovi casi solo importati dall'estero. Il Venezuela chiede stop a sanzioni
Sono ormai oltre 21.000 le persone morte con coronavirus nel mondo, secondo gli ultimi aggiornamenti della Johns Hopkins University, riportati dalla Cnn. Le persone che hanno contratto l'infezione sono più di 471.000.
Negli Stati Uniti Usa le vittime hanno hanno toccato quota 1.031, stando alla Johns Hopkins University. I casi positivi invece sono 68.572. Nelle ultime ore è stata registrata un'impennata di casi positivi nello Stato di New York: oltre 30mila, quasi la metà di quelli di tutti gli Usa. I morti sono 285, di cui 192 nella Grande Mela, che è l'area più colpita degli States.
Allarme in Spagna, dove l'epidemia da continua a crescere: oggi sono quasi diecimila più di ieri (da 47.610 di ieri a 56.188). Aumentano anche le vittime, da 3.434 a 4.089. Lo riferisce l'ultimo bilancio del ministero della Salute. «Stiamo vivendo un inferno: i malati muoiono da soli, senza avere vicino i loro cari, senza nessuno che dica loro una parola di conforto». Questo l'atroce grido di dolore lanciato nella plenaria del Parlamento Europeo dal vicepresidente del gruppo del Ppe Esteban Gonzalez Pons, membro del Partido Popular, di Valencia.
Trema la Gran Bretagna. Gli ospedali pubblici di Londra si preparano ad affrontare uno «tsunami continuo» di pazienti gravi per coronavirus, proprio mentre devono registrare una percentuale «senza precedenti» di personale ammalato. Lo riferisce Chris Hopson alla Bbc, alto funzionario del sistema sanitario britannico. Dopo aver «aumentato» in modo massiccio la capacità di terapia intensiva nelle ultime settimane, gli ospedali nella capitale britannica si trovano adesso ad affrontare «un'esplosione» nel numero di «pazienti gravemente malati», «una specie di tsunami continuo», ha detto Hopson a Radio 4.
Il Cremlino di blinda. Funzionari del governo russo hanno annunciato lo stop di tutti i voli internazionali a partire da venerdì. La decisione è stata presa per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Le compagnie aeree russe continueranno a volare per riportare in patria i cittadini o se autorizzate da speciali permessi delle autorità. In Russia ci sono ufficialmente 658 casi di coronavirus e tre morti.
Per il secondo giorno consecutivo in Cina non sono stati registrati nuovi contagi locali di coronavirus. Il Paese ha contato 67 nuovi casi di coronavirus (i contagi di ritorno sono così saliti a 541), tutti importati, e sei altri decessi concentrati nella provincia dell'Hubei, l'epicentro della pandemia. Le infezioni totali sono aumentate fino a 81.285 e i morti a 3.287, mentre ammontano a 74.051 i pazienti che sono stati dimessi dagli ospedali, per una tasso di guarigione ancora rafforzato, fino al 91,1%.
La vicepresidente esecutiva del Venezuela, Delcy Rodríguez, ha annunciato mercoledì sera a Caracas che le autorità sanitarie locali hanno verificato l'esistenza di altri 15 nuovi casi di coronavirus che portano il totale nazionale dei pazienti a 106. Rodríguez ha segnalato che il governo si è confrontato per mettere a punto la strategia di contrasto del Covid-19 con le organizzazioni del sistema Onu presenti a Caracas, tornando poi a rivolgere ancora una volta un appello alla comunità internazionale per la sospensione, per ragioni umanitarie, delle sanzioni unilaterali imposte al Venezuela.
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