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Agire
175.925 contagi, 23.227 morti e 44.927 dimessi

Il ministro della Salute: «Test immunità sono parte della strategia sanitaria». L'indice dei contagi sotto 1, per gli esperti il nuovo fronte è dentro casa

Nel primo bollettino della Protezione civile senza conferenza stampa, i dati dicono che nelle ultime ventiquattr'ore sono morte 482 persone (ieri le vittime erano state 575), arrivando a un totale di decessi di 23.227. I guariti raggiungono quota 44.927, per un aumento in 24 ore di 2.200 unità (ieri erano state dichiarate guarite 2.563 persone). L'aumento delle persone attualmente positive è stato pari a 809 unità (ieri erano stati 355) mentre i nuovi contagi rilevati nelle ultime 24 ore sono stati 3.491 (ieri 3.493).

Per il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, nel punto stampa in Protezione Civile, in merito alla nuova app per il contact tracing, viene rimarcato che «la app è a titolo gratuito, e l’installazione sarà solo volontaria. Nessuno sarà obbligato a installarla, ma ovviamente ci aspettiamo che un numero molto alto di cittadini collabori. Gli esperti che hanno contribuito a supportare questo processo ci dicono che almeno il 75% della popolazione dovrebbe installarla». E che comunque «garantirà completamente l’anomimato, in ossequi alle normative nazionali e comunitarie, non ci sarà nessuna finalità diversa da quelle per le quali è stata progettata. Userà bluetooth e non la geolocalizzazione».

Nell’ultima settimana sono stati distribuiti 280mila tamponi al giorno, 23% del totale, ha aggiornato Arcuri. «Dobbiamo continuare ad agire con la cautela e la prudenza di questi mesi, capire che è clamorosamente sbagliato comunicare un conflitto tra salute e ripresa economica. Senza la salute e la sicurezza la ripresa economica durerebbe come un battito di ciglia. Bisogna continuare a tenere in equilibrio questi due aspetti, Alleggerire progressivamente le misure di contenimento, garantendo sicurezza e salute di un numero massimo di cittadini possibile. No a improvvisazioni ed estemporaneità» ha aggiunto. «Tra l’11 giugno 1940 e il 1 maggio 1945 a Milano sono morti sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale 2 mila civili, in 5 anni; in due mesi in Lombardia per il coronavirus sono morte 11.851 civili, 5 volte di più. Un riferimento numerico clamoroso. Oltre alla solidarietà che dobbiamo ai lombardi e alla consapevolezza della gravità dell’emergenza in quelle terre, dobbiamo anche sapere che stiamo vivendo una grande tragedia, non l’abbiamo ancora sconfitta». Queste le parole del commissario all’emergenza Domenico Arcuri in conferenza stampa sabato.

«L’Italia ha affrontato per prima in Europa il Covid-19. Guadagnando solidarietà e rispetto. Non disperdiamo questo patrimonio. Non ci sono dieci, cento, mille exit strategy. Facciamo lavorare le istituzioni e gli esperti, evitiamo le polemiche inutili. La traversata sarà lunga». Così su Twitter il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni.

Saranno «inevitabili nuovi focolai» anche dopo la riapertura e questi dovranno essere individuati in tempi molto rapidi. A dirlo è Ranieri Guerra vicedirettore dell’Oms e membro del comitato tecnico scientifico, durante un intervento a RaiNews24. «Serve rafforzare il controllo del territorio con controlli e tamponi a domicilio». «L'indagine a campione sulla sieroprevalenza ci permetterà di capire il livello di diffusione del virus nel Paese e di pianificare le prossime fasi e il ritorno all'attività. È uno dei 5 punti della nostra strategia sanitaria». A dirlo in mattinata è il ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo l'apertura della call pubblica per i test sierologici.

Intanto il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore della sanità, ha precisato venerdì che l'R con zero, l'indice che misura la velocità del contagio, è sceso sotto a 1. Il rallentamento c'è ed è corroborato dai numeri: «Siamo attorno allo 0,8». Il numero indica quante persone ogni positivo in media infetta, e più vicino a zero è meglio è. Il problema è ora il dislivello tra le regioni. Se al centro-sud, infatti, l'indice sta ben al di sotto dell'1 e, sia pure con molta prudenza, si può pensare di avvicinarsi alla fase 2. La questione è il basso R con zero di moltre altre regioni dove la circolazione del virus è ancora significativa. E il professor Gianni Rezza, direttore di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, indica alcuni nodi: «Chiaramente l'isolamento domiciliare comporta un rischio maggiore di trasmissione intra-familiare, specie se non ci sono le condizioni adatte e se non si rispettano le regole».

Proprio il dislivello tra regioni è il nuovo fronte di scontro. «De Luca vuole chiudere, io qui non ho mai aperto. Non ci faremo certo prendere dalla fretta adesso». Così la governatrice della Calabria Jole Santelli che si allinea al presidente della Campania in riferimento alla fase 2 per uscire dall’emergenza Coronavirus. «I confini sono chiusi dal 7 marzo, ancora prima che lo facesse il governo, perché abbiamo cercato di evitare l’esodo dei fuorisede. Le cose non sono cambiate, qui è ancora tutto blindato. Per il futuro valuteremo in base ai dati». Zaia e Fontana invece chiedono di riaprire tutto al più presto. «Magari sono più ottimisti di noi. Qui procederemo con gradualità, non possiamo correre rischi. Saranno consentite alcune attività come la manutenzione degli stabilimenti balneari, l’apertura dei laboratori di pasticceria nei giorni festivi, che qui avevamo deciso di vietare, e ci si potrà spostare dal proprio Comune per lavorare negli orti. Le libertà personali? Su quello sono i decreti del governo a imporre limiti. Noi non possiamo derogare, al massimo renderli più restrittivi».

Sempra in Calabria, a Reggio e provincia, sono diciotto i titolari di Rsa segnalati all’Autorità amministrativa, con un sequestro, 5 provvedimenti di sospensione all’attività e la denuncia per un legale rappresentante a seguito di controlli effettuati dai Carabinieri nelle strutture ricettive sanitarie e socio assistenziali destinate ad ospitare le persone più a rischio, anziane o con disabilità. In tale contesto, nei giorni scorsi, i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e sanità (Nas) e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, hanno eseguito ispezioni all’ interno di Residenze Sanitarie Assistite (Rsa), Case di Risposo – Comunità Alloggio e Case famiglia, ubicate sia nel centro cittadino che in Provincia.
18-04-2020


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