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181.228 contagi, 24.114 morti e 48.877 dimessi

Stop nuovi contagi non prima di fine giugno in Lombardia e Marche. Rezza: «Il Paese sta meglio, ma serve identificare subito i nuovi focolai». Gallera: in Lombardia non riapriamo senza condizioni. 33enne multato 10 volte e poi arrestato a Ravenna

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, sono almeno 181.228 le persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (+2.256 su ieri). Di queste, 24.114 sono decedute (+454) e 48.877 (+1.822) sono state dimesse. Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 108.237. I dati sono stati forniti dalla Protezione civile nella prima conferenza stampa della settimana. I pazienti ricoverati con sintomi sono 24.906; 2.573 (-62, -2.4%; ieri -98) sono in terapia intensiva.

In Lombardia, comunica la Regione, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, sono 66.971 le persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (+735). Di queste, sono decedute 12.376 persone (+163) e ne sono guarite e dimesse 43.011 (+252). I ricoveri in ospedale sono 10.138 rispetto ai 10.342 di ieri (-204), quelli in terapia intensiva 901 (-21). La Provincia più colpita è quella di Milano: i casi sono passati a 16.112 (+287, la crescita ieri era stata +279). Seguono Brescia 12.004 (+58), Bergamo 10.738 (+49), Cremona 5.491 (+74), Monza 4.157 (+59). Milano città registra 6.709 casi (+160), ieri l’aumento era stato +128.

La fine dell’emergenza Covid-19 in Italia potrebbe avere tempistiche diverse nelle regioni a seconda dei territori più o meno esposti all’epidemia: in Lombardia e Marche, verosimilmente, l’assenza di nuovi casi si potrà verificare non prima della fine di giugno, in Emilia-Romagna e Toscana non prima della fine di maggio. Nelle altre regioni l’azzeramento dei contagi potrebbe avvenire tra la terza settimana di aprile e la prima settimana di maggio. Le proiezioni sono fatte dagli esperti dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, secondo cui, a uscire per prima dal contagio da Covid-19, sarebbero la Basilicata e l’Umbria, le quali il 17 aprile contavano rispettivamente solo 1 e 8 nuovi casi; le ultime sarebbero le regioni del Centro-Nord nella quali il contagio è iniziato prima. In Lombardia, in cui si è verificato il primo contagio, non è lecito attendersi l’azzeramento dei nuovi casi prima del 28 giugno, nelle Marche non prima del 27 giugno. Infatti, per entrambe le Regioni il trend in diminuzione è particolarmente lento. La Provincia autonoma di Bolzano dovrebbe avvicinarsi all’azzeramento dei contagi a partire dal 28 maggio, nonostante il numero di contagi osservati complessivamente sia basso in valore assoluto (29 casi il 18 aprile), tuttavia il trend dei nuovi casi sta scendendo con particolare lentezza.

La Lombardia resta contro l'ipotesi di riaperture differenziate delle regioni dal 4 maggio per la fase 2 dell'emergenza coronavirus. A dirlo è il governatore della Lombardia Attilio Fontana su Rai Radio 1, commentando le ipotesi che circolano in queste ore: «Sarebbe un grosso rischio, perché il contagio riesce a non diffondersi se c'è il rispetto di alcune regole: se il contagio riprende è un rischio per tutti, e se non siamo in grado di contenerlo rispettando tutti le stesse regole non c'è chi più o chi meno: credo si debbano fare valutazioni comuni tra regioni. E urante la cabina di regia nel weekend non si è parlato di questo. È uscito che si sarebbero date linee generali per tutto il Paese, e che saranno esaminati con dettaglio i tipi di aperture che si potranno fare».

Sulla questione delle riapertura e la fase 2, l'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera, specificava in mattinata: «Si riaprirà il 4 maggio senza mascherine, test sierologici e guanti? No, si riaprirà solo nella massima sicurezza. Tutti devono avere mascherine e guanti e deve essere misurata la temperatura prima di entrare al lavoro. Se si realizzano queste condizioni riapriamo, altrimenti no. L'assessore ha anche escluso l'apertura di bar alla sera e dei ristoranti, nella prima fase delle riaperture.

«Sulla app "Immuni" è stato già firmato il contratto così che possa accelerare nel più breve tempo possibile. L'app è uno degli strumenti: in questa vicenda non c'è una mossa salvifica - ha detto in mattinata è il ministro della Salute Roberto Speranza a Radio Capital -. Oltre alla prima funzione essenziale di tracciare i contatti, la app potrà essere utile per rafforzare la sanità digitale del nostro Paese. Dobbiamo lavorare in questa direzione».

«Due mesi dopo quel 20 febbraio, l'Italia sta decisamente meglio. Giusto voler tornare alla normalità, soprattutto per chi sta soffrendo economicamente. Però è anche giusto continuare a essere preoccupati». A dirlo è l'epidemiologo Gianni Rezza in un'intervista a Repubblica. «D'ora in poi occorre agire sul territorio per identificare tempestivamente qualsiasi focolaio, perché il virus continuerà a circolare». Rezza ha spiegato che sono molti i fattori che indicano che la situazione nel nostro Paese è migliorata: «Lo dicono tutti gli indicatori: diminuiscono i nuovi casi, c'è meno pressione sugli ospedali e il famoso R0, l'indice di contagio, che nelle prime fasi dell'epidemia era superiore a 3 (ogni infetto contagiava in media più di tre persone) oggi è di poco inferiore a uno».

Un 33enne di origine albanese abitante a Fusignano, nel Ravennate, dal 31 marzo è stato multato 10 volte per altrettante violazioni al decreto anti Covid-19. L'uomo, anche in orari notturni, era stato immortalato dalle telecamere comunali mentre girava in auto, e venerdì è stato arrestato dalla polizia dopo avere spacciato cocaina davanti a un supermercato. L'uomo, dopo la convalida dell'arresto, ha ora l'obbligo di dimora.
20-04-2020


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