La gioia di Genova per il nuovo ponte
Fissata ultima campata. Venti mesi di lavoro prima per la demolizione dei resti del ponte Morandi, crollato il 14 agosto 2018, e poi per la ricostruzione
La gioia per la ricostruzione mista al dolore per un ricordo che mai andrà via. Questo ha vissuto in mattinata Genova, con la bandiera di San Giorgio che sventola alta sul Polcevera in quell'ultimo metro e mezzo di salita dell'impalcato che ha completato l'ultima campata del nuovo ponte.
L'operazione è stata compiuta alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli. La trave destinata a coprire gli ultimi 44 metri si è andata a posizionare nello spazio vuoto e dopo 620 giorni dal tragico crollo del ponte Morandi che ha portato alla morte 43 persone. «Lo Stato non ha mai abbandonato Genova. Lo abbiamo solennemente detto a poche ore dalla tragedia: ero già qui e abbiamo detto subito che Genova non sarebbe stata lasciata sola. Questa presenza è doverosa ma sono qui anche con grande piacere perché oggi suturiamo una ferita - ha detto Conte -. La ferita di Genova non potrà essere completamente rimarginata perché ci sono 43 vittime e noi non dimentichiamo. I giudizi di responsabilità che sono nati da quella tragedia non si sono ancora completati e devono completarsi».
Dal 14 agosto 2018, dunque, venti mesi di lavoro prima per la demolizione dei resti del ponte Morandi, e poi per la ricostruzione, su progetto (a titolo gratuito) di Renzo Piano. «Siamo convinti che non sia un'illusione quella di cambiare il mondo. Credo che vedere quest'opera quasi realizzata» «sia un segnale straordinario che anche in questo tempo difficile possiamo ogni giorno continuare a cambiare il mondo», ha spiegato la ministra dei Trasporti Paola De Micheli. «Qualcuno ha parlato di miracolo: credo sia possibile parlare di miracolo, senza enfasi, perché c'è il lavoro di tanti qui: torneremo per l'inaugurazione perché questo progetto è pressochè completo», ha proseguito il premier. Il ponte di Genova «credo sia anche il simbolo di un'Italia che ce la fa a ripartire - ha detto il commissario per l'emergenza e presidente della Regione Liguria Giovanni Toti -. Credo che questo sia qualche cosa di più di un ponte. È utile a questo paese. È la dimostrazione che insieme possiamo fare tante cose», «la dimostrazione che chi pensa che una cosa non sia possibile farebbe bene ad astenersi dal disturbare chi la sta facendo». |