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Gazzetta Ufficiale
Mafia, blitz fra Palermo e Milano: 91 arresti

Scacco a Cosa Nostra: in cella finiscono storici boss, gregari ed estortori dei clan dell'Arenella e dell'Acquasanta. In manette anche un ex del Grande Fratello

In un lunga e articolata inchiesta della Finanza di Palermo, sono 91 gli arresti tra boss, gregari ed estortori dei clan dell'Arenella e dell'Acquasanta. L'indagine è stata coordinata dal procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca, dai sostituti Amelia Luise, Dario Scaletta e Roberto Tartaglia (oggi, vice capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria).

Lunghissima la lista delle attività commerciali sottoposte al racket del pizzo. Sequestrati anche beni del valore di circa 15 milioni di euro. Il blitz è in corso in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania. Impegnati 500 uomini delle Fiamme Gialle, con l'appoggio di un mezzo aereo e di unità cinofile addestrate per la ricerca di armi, stupefacenti e valuta. In manette nomi eccellenti della mafia, come i Fontana, «famiglia» storica di Cosa nostra palermitana descritta dal pentito Tommaso Buscetta come una delle più pericolose. Dalle indagini, stando agli inquirenti, sarebbe emerso il ruolo di vertice di Gaetano Fontana, scarcerato per decorrenza dei termini nel 2013 dall'accusa di mafia, tornato in cella nel 2014 e nel 2017 uscito nuovamente dopo aver scontato la pena.

Oggi sono stati arrestati anche i fratelli: Giovanni, un lungo elenco di precedenti per ricettazione, omicidio, porto abusivo di armi e resistenza a pubblico ufficiale, e Angelo, dal 2012 sottoposto all'obbligo di soggiorno a Milano. Per chi indaga, i Fontana gestivano le imprese che operano nella cantieristica navale, nella produzione e commercializzazione di caffè, e avrebbero il controllo di decine di supermercati, bar e macellerie e del mercato ortofrutticolo, delle scommesse on-line e delle slot machines. I fratelli Gaetano, Giovanni e Angelo Fontana vivevano da tempo a Milano, ma hanno mantenuto forti interessi nel capoluogo siciliano.

Altro personaggio di rilievo è Giovanni Ferrante, braccio operativo del clan Fontana, a capo di attività commerciali del quartiere per riciclare i soldi sporchi. Secondo le accuse, era lui che ordinava estorsioni e imponeva l'acquisto di materie prime e generi di consumo scelti dall'organizzazione. Già condannato per mafia, dal 2016 è stato ammesso all'affidamento in prova ai servizi sociali. Ma tra gli arrestati c'è anche un ex concorrente del Grande Fratello, l'ex broker Daniele Santoianni, 39 anni, finito ai domiciliari. Secondo i magistrati, sarebbe prestanome di una società di commercializzazione del caffè tra Palermo-Milano.

Nell'inchiesta della Dda di Palermo si sottolinea che con le attività ferme per il lockdown, una drammatica crisi economica e le imprese sull'orlo della chiusura, Cosa nostra è pronta a sfruttare l'emergenza. Il gip che ha disposto gli arresti parla di «contesto assai favorevole per il rilancio dei piani dell'associazione criminale sul territorio d'origine e non solo».
12-05-2020


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