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Agire
Fase 2 a Roma, negozi e ristoranti restano chiusi per protesta

Bar, negozi e ristoranti alzano la saracinesca dopo più di due mesi. Mezzi pubblici piuttosto affollati in mattinata a Milano, i fedeli tornano a messa in San Pietro

Al via ufficialmente la fase 2 dell'emergenza coronavirus, con la riapertura di gran parte delle attività commerciali e produttive che erano rimaste chiuse a causa del lockdown iniziato più di due mesi fa. E tornano anche i fedeli alla messa del Papa in San Pietro.

I bar dunque hanno riaperto al pubblico sin dal primo mattino e l'affluenza sui mezzi pubblici nelle principali città si è fatta subito sostenuta, in particolare a Milano e Roma. Com'è noto, nei bar di tutta Italia, ci sono nuove regole da seguire, tra distanziamento dei tavoli e sanificazione continua. In Lombardia permane l'obbligo di portare la mascherina o altri indumenti utili a coprire le vie respiratorie anche all'aperto, come recita la nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Attilio Fontana, riguardante le riaperture di lunedì. Inoltre in Lombardia le piscine e le palestre resteranno chiuse fino al 31 maggio, una settimana in più rispetto a quanto previsto dal Dpcm.

Sono riaperti poi i collegamenti marittimi per il trasporto passeggeri con la Sicilia; l'aviazione generale con Sicilia e Sardegna, più treni a lunga percorrenza per adeguare l'offerta ferroviaria alla maggiore domanda di trasporto. La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli ha firmato, di concerto con il ministero della Salute, il Decreto che aggiorna le misure di limitazione alla mobilità delle persone.

Nel pomeriggio si sono viste proteste a Roma: diversi commercianti, tra abbigliamento e ristorazione, sono comunque rimasti, giudicando insufficienti le misure previste dal governo. La protsta è rivolta, in particolare, «alle misure del governo insufficienti a far fronte ai debiti generati in queste settimane per affitti, bollette e tasse. E ora siamo alle prese con magazzini pieni di merce da pagare». Un migliaio di persone avrebbero aderito alla protesta solo a Roma, di cui la metà sono ristoratori, ma in tutta Italia ci sono diverse iniziative analoghe. Intorno a San Pietro circa 150 attività classificate come "esercizi di vicinato", la cui sopravvivenza è strettamente legata al turismo religioso, sono scesi in piazza chiedendo al Governo «quelle carezze riservate al turismo. Perché via della Conciliazione non è via dei Condotti».
18-05-2020


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