S. Raffaele, il virus si replica meno rapidamente
Zaia: «Crisanti? È geniale ma piano attacco lo ha fatto la Regione». Gallera: «Magheggi? Nostri dati i più lineari». A Roma il Colosseo riapre ai turisti
Il virus SarsCov2 si replica molto meno rapidamente ora rispetto a un paio di mesi fa e la carica virale a maggio è 10 volte inferiore che a marzo. Questo il dato osservato in 200 pazienti ricoverati all’ospedale San Raffaele di Milano, da marzo a maggio, in uno studio coordinato da Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia, e in via di pubblicazione sulla rivista Clinical chemistry and laboratory medicine. Il dato è quello citato da Alberto Zangrillo, primario del reparto di Anestesia e rianimazione del S. Raffaele. L’indagine, anticipata dal Corriere della Sera, «è partita dall’osservazione fatta dai medici di Terapia intensiva e dei reparti Covid sulla minore gravità della malattia e minor ricorso al ricovero in terapia intensiva».
Parziale dietrofront della Sardegna che in un primo tempo pensava al certificato sanitario per tutti i turisti in entrata. Il governo ha già ribadito il suo no a una patente sanitaria con certificato di negatività a tutti coloro che arriveranno sull'isola e si sta lavorando a un compromesso. «Vogliamo essere terra ospitale e sicura dal punto di vista sanitario, il modello della certificazione sanitaria che proponiamo è una linea di tendenza internazionale che si sta affermando anche a livello nazionale, con il governo stiamo cercando di trovare un punto di intesa per garantire questo equilibrio - dice il presidente Christian Solinas ad Agorà -. Qualora non si trovasse, avremo un sistema di controlli più articolato, che prevede la registrazione all'ingresso e su una piattaforma e un questionario».
Il governo chiede responsabilità dal 3 giugno, giorno della riapertura anche tra regioni. E concede, ai governatori che storcono il naso alla riaperura uguale per tutti, il tracciamento dei turisti e la possibilità di «registrare» tutti gli ingressi ed effettuare i test sierologici (soltanto in maniera volontaria), in alcuni casi convincendo gli albergatori ad offrirli ai clienti. Nessun sottovaluta che c'è il pericolo di innescare altri focolari. E pil rischio zero, ha spiegato il ministro Speranza, il governo avrebbe dovuto «conservare un lockdown assoluto per mesi, ma il Paese non avrebbe retto».
Intervenendo a Mattinocinque, l’assessore al Welfare della regione Lombardia, Giulio Gallera, respinge al mittente l’accusa di presunti «magheggi» nei dati regionali relativi al coronavirus. «I nostri dati sono stati i più chiari e lineari sin dal primo giorno», per cui «nessun magheggio». Gallera, poi, non entra nel merito («è coperto dal segreto istruttorio») dell’interrogatorio della scorsa settimana (in qualità di persona informata dei fatti) al tribunale di Bergamo nell’ambito dell’indagine sulla mancata attuazione della zona rossa in un’area della provincia orobica. Però precisa: «Noi abbiamo sempre agito al meglio delle nostre possibilità. Partiamo dall’assioma che la scienza non ci ha dato quadro chiaro su cui agire, con esperti che dicevano tutto e il contrario di tutto nella stessa giornata». E aggiunge: «Noi siamo stati investiti da una bomba atomica che ci ha trovati impreparati, come del resto tutto il mondo: abbiamo gestito la bomba atomica mettendo in campo tutte le nostre capacità. Quello che è successo in Lombardia non è paragonabile ad altre ragioni. Facciamo lavorare i magistrati e noi ci rimetteremo alle loro valutazioni».
«Crisanti? È un grande scienziato, una figura determinate come le altre. A lui è stato affidato il più grande laboratorio italiano, lui è geniale, ma il piano d’attacco lo ha fatto la Regione. Non è che un cardiologo si occupa di un femore fratturato». Così Luca Zaia, governatore del Veneto, ad Agorà su RaiTre.
Intanto a Roma termoscanner all’ingresso e per i visitatori disponibile assistenza medica con un camper mobile nel giorno della riapertura ai turisti del Colosseo. |