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Senato autorizza il processo a Salvini

Da ministro dell’Interno negò lo sbarco alla Open Arms con a bordo oltre 160 migranti. É accusato di «sequestro di persona» e «rifiuto di atti di ufficio». Iv non si sfila

Oggi il Senato vota sul processo a Salvini per il caso Open Arms dello scorso agosto, quando l’allora ministro dell’Interno rifiutò di concedere lo sbarco alla nave spagnola con a bordo oltre 160 migranti. «Sono sereno, i senatori votino come credono. Mio problema sarà spiegare stasera ai miei figli che il papà non è un delinquente, un assassino» ha detto il leader della Lega in mattinata. E nel pomeriggio il voto: respinta, in pratica, la richiesta di non andare a processo. Si sono espressi a favore 141 senatori, 149 i contrari, e 1 astenuti. Matteo Salvini dovrà dunque affrontare il processo.

L’ex ministro dell’Interno è accusato di aver abusato del suo potere e di aver violato le convenzioni internazionali. Un voto sulla vicenda c’è già stato a maggio, quando la Giunta per le immunità disse no all’autorizzazione chiesta dal tribunale di Palermo. Maurizio Gasparri, aprendo i lavori d’aula a Palazzo Madama ha dichiarato che Salvini agì per interesse pubblico e motivi di sicurezza: «La proposta di non autorizzare il processo è stata approvata a maggioranza dalla Giunta. Salvini, nella vicenda Open Arms, agì di concerto con i ministri della Difesa e dei Trasporti, con un atto di governo collegiale. Chiedo ai colleghi di approvare la decisione della Giunta contro l’autorizzazione a procedere a carico di Matteo Salvini». La stessa tesi è nella memoria difensiva di Salvini, che ribadisce che l’interessa pubblico è «di limpida e cristallina evidenza sotto molteplici e svariati profili» che segnano la linea «della compagine governativa». L’ex ministro dell’Interno sottolinea che «non può ritenersi sussistere nessuna violazione di norme penali in quanto la condotta che mi viene contestata è insussistente» in quanto «conseguenza delle scelte politiche effettuate dall’intera compagine governativa» nel perseguimento «dell’interesse pubblico a un corretto controllo e a una corretta gestione dei flussi migratori» nonché a una «piena tutela dell’ordine pubblico».

Con opposizione schierata per il no, e la maggioranza per il sì, l'unica incognita era Italia Viva. I renziani hanno annunciato che si esprimerà contro il leader leghista, ma Davide Faraone, capogruppo al Senato, stamattina in un’intervista televisiva ad Agorà ha dichiarato che «dalle carte abbiamo visto e approfondito che c’è una responsabilità oggettiva, secondo noi, dell’intero governo». In Aula, Matteo Renzi ha spiegato: « Noi dobbiamo rispondere alla domanda non se Salvini ha commesso reati o no, o se fosse accompagnato da altri membri del governo. A questo risponde la magistratura. Ma se ci fu interesse pubblico. E per me l’interesse pubblico non c’è nel tenere un barcone lontano dalle coste. Noi che in passato abbiamo votato a favore dell’autorizzazione a Salvini, e ci accingiamo a votare a favore, non abbiamo cambiato idea». Renzi ha sollevato anche il problema del rapporto tra magistratura e politica: «Non è accettabile che ci siano delle chat in cui si dice che un mio avversario debba essere attaccato. È uno scandalo».

In Aula, Salvini quindi dice: «Ringrazio il governo per la sua abbondante presenza ma se la forma è sostanza i banchi vuoti dimostrano il rispetto di quest'Aula. Noto il silenzio dei Cinque Stelle, meglio delle supercazzole di Renzi. Vedo che ha come modello De Gasperi ma si comporta come uno Scilipoti qualsiasi. Questa è una nave pirata. Se c'è qualcuno che ha messo a rischio le persone è il suo comandante, non il ministro dell'Interno». Quindi la stilettata: «Il premier era perfettamente complice di un reato che non esisteva. Andrò fino in fondo senza chiedere aiutini a nessuno. Noi alle idee contrapponiamo altre idee non tribunali politici, l'unico tribunale è quello del voto. Ringrazio chi mi manda a processo, perché mi fa un regalo: ci vado a testa alta e con la schiena dritta».
30-07-2020


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