Urne chiuse, si parte dallo spoglio sul referendum
Referendum sul taglio dei parlamentari, elezioni regionali in Campania, Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Puglia e Valle d'Aosta e amministrative in 962 Comuni
.jpg) Urne aperte il 20 e 21 settembre per il referendum sul taglio dei parlamentari, le elezioni regionali in Campania, Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Puglia e Valle d'Aosta, ma anche le amministrative in 962 Comuni e le suppletive in Sardegna e Veneto. Si vota dunque in due giorni: domenica 20 settembre e lunedì 21. I seggi sono stati aperti dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì.
Alle 19 di domenica, l'affluenza per il referendum costituzionale, secondo i dati ancora parziali diffusi dal Viminale, è stata del 29.76 per cento. La regione con l'affluenza più alta è la Valle D'Aosta, con 18,24 per cento, quella con l'affluenza più bassa la Sicilia con il 6,41 per cento. I dati diffusi dal Viminale mostrano che in Veneto ha votato il 16,31 per cento, in Liguria il 15,42 per cento, in Toscana il 15,44 per cento, nelle Marche il 14,90 per cento, in Puglia il 13,22, in Campania il 12,46. Molto basse invece le percentuali nelle regioni meridionali. Alle 23, invece, il dato comunicato dal ministero dell’Interno è del 39,40%.
Sono stati 46.641.856 gli elettori chiamati ad esprimersi per il referendum costituzionale e 18.473.922 quelli per le elezioni regionali, che interessano 6 Regioni a statuto ordinario (Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto) e 1 a statuto speciale (Valle d'Aosta).
Il quesito stampato sulla scheda referendaria era: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente 'Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?". L'elettore doveva barrare la casella del Sì se vuole confermare la riforma costituzionale che riduce i parlamentari dagli attuali 945 a 600 complessivi (400 deputati e 200 senatori), mentre doveva mettere un segno sul No se non voleva che la riforma entrasse in vigore. Per la validità del referendum costituzionale non era richiesto alcun quorum: l'esito referendario era comunque valido indipendentemente dalla percentuale di partecipazione degli elettori.
Per le elezioni suppletive del Senato della Repubblica, gli aventi diritto al voto erano 467.122 per la Sardegna (Collegio plurinominale 01 - Collegio uninominale 03 Sassari) e 352.696 per il Veneto (Collegio plurinominale 02 - Collegio uninominale 09 Villafranca di Verona). Le elezioni amministrative interessavano, invece, 962 comuni e coinvolgevano 5.725.734 elettori. Tra i Comuni figuravano diversi capoluoghi di provincia, tra cui Aosta, Arezzo, Bolzano, Chieti, Crotone, Fermo, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Nuoro, Reggio Calabria, Trani, Trento e Venezia, di cui tre sono anche capoluoghi di regione. Per cinque nuovi Comuni si è votato per la prima volta (Borgo d'Anaunia, Novella, San Michele all'Adige e Ville di Fiemme nella provincia autonoma di Trento e del nuovo comune di Presicce-Acquarica in provincia di Lecce).
Valevano naturalmente le misure anti-Covid: obbligo di mascherina per tutti gli elettori che si recano alle urne; gel disinfettante all'ingresso e all'interno del seggio; percorsi differenziati; no alla misurazione della temperatura, ma l'elettore che fosse positivo, in quarantena o in isolamento domiciliare, doveva avvisare il comune per esprimere il diritto di voto a casa, in totale sicurezza. Alle prefetture il compito di consegnare i dispositivi di protezione individuale destinati agli oltre 60mila seggi. Le cabine sono state distanziate. |
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