«Difficoltà a trovare parole adatte»
Discorso di fine anno del presidente Mattarella sul momento che lʼItalia e il mondo intero stanno attraversando. «Mi vaccinerò appena sarà possibile»
«Care concittadine e cari concittadini, avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un pensiero augurale. Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto agli italiani per il tradizionale discorso di fine anno, in quello che segna il suo ultimo anno come Presidente della Repubblica. «Un anno che coincide anche con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese».
Il Presidente ha ricordato come la pandemia abbia messo a rischio «le nostre esistenze» e «ferito il nostro modo di vivere», facendo nascere in tutti il desiderio di tornare a un’esistenza serena, mettendo tra parentesi quello che Mattarella ha definito un «incubo»: vogliamo tornare, assicura, «ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e Università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più isolati per necessità e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni». Per questo, è importante «mantenere le precauzioni raccomandate fintanto che la campagna vaccinale non avrà definitivamente sconfitto la pandemia».
Ecco il discorso integrale:
|