|
Johnson & Johnson lancerà il suo vaccino a marzo
L’Onu chiede a Israele di garantire il vaccino ai palestinesi. Il presidente del Robert Koch Institut: «Alla fine del 2021 avremo raggiunto la normalità»
Johnson & Johnson prevede di avere dati chiari sull’efficacia del suo vaccino entro la l’inizio di febbraio e intende distribuirlo a partire da marzo. A dirlo è Paul Stoffels, direttore scientifico del gruppo farmaceutico. L’obiettivo è quello di fornire un miliardo di dosi del loro vaccino entro la fine dell’anno: «Puntiamo a un miliardo di dosi nel 2021. Se si tratta di una singola dose (come è al momento, ndr), significa un miliardo di persone. Ma aumenterà nel corso dell’anno».
«Ogni singola infezione è una di troppo. Proteggete voi stessi e gli altri. Pensate al sistema sanitario». Lo ha detto Lothar Wieler, presidente dell’istituto tedesco che si occupa di monitorare l’andamento dell’epidemia, il Robert Koch Institut. Wieler ha detto poi che in questa seconda ondata «sempre più giovani sono colpiti dal virus» e che nelle terapie intensive «ci sono molti pazienti sotto i 60». L’età media dei pazienti nelle stazioni intensive tedesche è oggi di 60 anni. Dal presidente del RKI anche una previsione: «Alla fine di questo anno avremo raggiunto la normalità».
Intanto gli esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite si dicono «particolarmente preoccupati per il deterioramento della situazione sanitaria» a Gaza e in Cisgiordania, dove i vaccini, stando alle informazioni a disposizione delle Nazioni Unite, «potrebbero non essere consegnati in massa per molte settimane». «Ciò significa», precisano, «che più di 4,5 milioni di palestinesi rimarranno non protetti ed esposti al Covid-19, mentre i cittadini israeliani che vivono vicino e tra loro, inclusa la popolazione dei coloni, saranno vaccinati». La disparità potrebbe essere «moralmente e legalmente inaccettabile» dicono, chiedendo quindi a Israele di garantire un accesso rapido ed equo ai vaccini anche al popolo palestinese sotto occupazione. L’Onu precisa che ad oggi è stata offerta la possibilità di immunizzarsi ai palestinesi residenti nella Gerusalemme est occupata, ma non a quelli «sotto occupazione in Cisgiordania e Gaza». |
|
|
14-01-2021
|
|
|