Appalto mascherine da 1,25 miliardi, maxi-sequestro
L’operazione è legata all’inchiesta sull'affidamento a tre consorzi cinesi. Tutto sarebbe avvenuto durante la prima ondata della pandemia da Covid-19. Arcuri parte lesa
Sarebbe di circa 72 milioni di euro per l’acquisto di oltre 800 milioni di mascherine l'importo sequestrato dal Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza nell'ambito dell’inchiesta sull'affidamento da 1,25 miliardi del Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri a tre consorzi cinesi. Tutto sarebbe avvenuto durante la prima ondata della pandemia da Covid-19. A coordinare l’inchiesta, il procuratore aggiunto Paolo Ielo. In tutto, le persone indagate sono 8, altre 4 sono persone fisiche.
L’importo del sequestro è di circa 70 milioni di euro in barche, orologi di lusso e appartamenti. Si tratta di persone che avrebbero svolto un ruolo da mediatore per l’acquisto di strumenti di protezione (Ffp2, FFp3 e monouso) durante l’emergenza Covid. Un affare del valore complessivo appunto di 1,25 miliardi di euro.
«Dalle ultime risultanze investigative che hanno determinato oggi il sequestro dei beni degli indagati nella cosiddetta ‘inchiesta delle mascherine’ risulta evidente che la struttura commissariale e il commissario Arcuri (estranei alle indagini) sono stati oggetto di illecite strumentalizzazioni da parte degli indagati affinché questi ultimi ottenessero compensi non dovuti dalle aziende produttrici - legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa del Commissario straordinario per l’Emergenza Covid -. La struttura commissariale e il Commissario continueranno a fornire la più ampia collaborazione agli investigatori. Nella loro veste di parti offese hanno già richiesto ai loro legali di valutare la costituzione di parte civile in giudizio per ottenere il risarcimento del danno».
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