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Rt a a 0,98 e 232 casi ogni 100.000 abitanti
Il presidente dell’Iss Brusaferro: «La curva cala, ma molto lentamente. Molti meno contagi tra sanitari e over 80: i vaccini funzionano. Timori per terapie intensive»
Il valore dell’Rt nazionale che la scorsa settimana era a da 1,08 scende ora a 0,98, sotto la soglia d’allarme di 1. L’incidenza si attesta a 232 casi ogni 100mila abitanti contro i 240 della scorsa settimana. I dati sono dei tecnici dell’Istituto superiore di sanità. Resta sopra la soglia critica (dunque oltre il 30%) e la percentuale di occupazione delle terapie intensive: in questa situazione si trovano 14 regioni. Il dato è anzi in aumento dal 39% di una settimana fa al 41, mentre l’indice di occupazione dei letti in area medica raggunge il 44%.
Le 11 regioni che hanno un Rt ancora superiore a 1 sono Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto. Il rischio di trasmissibilità è ritenuto particolarmente rischioso in Campania e Valle d’Aosta. Il prospettiva e tenendo conto di tutti i fattori tenuti monitorati dall’Iss, per alte 7 regioni il rischio rimane alto: Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, la provincia autonoma di Trento e la Sardegna.
Intanto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro si è detto preoccupato per la saturazione delle terapie intensive: «I ricoveri sono ancora in crescita e destano preoccupazione i dati di saturazione al 41% di pazienti Covid delle terapie intensive. Ma l’andamento delle vaccinazioni sta rapidamente crescendo». Più in generale, aggiunge, «la curva dei contagi ha cominciato a decrescere, ma è una decrescita molto lenta» ha osservato ancora Brusaferro. L’esperto ha inoltre fatto notare che i casi vanno abbassandosi in modo più marcato tyra il personale sanitario e gli over 80 «a conferma della validità delle vaccinazioni».
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02-04-2021
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