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I contagi sono in aumento: si pensa alla stretta

Nella settimana dal 20 al 26 ottobre, si è rilevato un netto incremento dei nuovi casi settimanali di coronavirus, passati da 17.870 a 25.585, pari al + 43,2%

I numeri dei contagi e dei ricoveri sono in crescita, come ha spiegato lunedì il ministro della Salute Roberto Speranza, e gli ospedali son già allerta: si riattivano le reti di monitoraggio ma al momento la situazione resta sostanzialmente stabile per quello che riguarda i tassi di occupazione dei posti letto Covid, con un trend di incremento nei reparti «non critici» giudicato ancora sostenibile ma da tenere sotto osservazione.

Nello specifico, nella settimana dal 20 al 26 ottobre, si è rilevato un netto aumento dei nuovi casi settimanali di coronavirus, passati da 17.870 a 25.585, pari al + 43,2%, anche se la crescita potrebbe in parte essere legata all’incremento dei tamponi totali fatti anche per il Green Pass. Ma ad indicare una maggiore circolazione del virus, come riportato anche dal quotidiano Corriere della Sera, sono anche i ricoveri, aumentati del 7,5% rispetto alla settimana precedente, e il tasso di positività ai tamponi molecolari. È quanto rileva il nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.

Calano invece i nuovi vaccinati. Nell’ultima settimana sono diminuiti del 52,9%. Dei 193.205 nuovi vaccinati nella settimana 20-27 ottobre il 79,1%% appartengono a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa: 34.526 nella fascia 20-29 anni, 39.771 nella fascia 30-39 anni, 35.217 nella fascia 40-49 anni, 29.075 nella fascia 50-59 anni e 14.300 nella fascia 60-69. La variante AY.4.2 (Delta Plus) è in lenta crescita nel Regno Unito dove rappresenta circa il 6% dei casi sequenziati, con 15.120 casi isolati al 21 ottobre 2021. Indicata come variante di interesse lo scorso 20 ottobre, sarà strettamente monitorata nei prossimi mesi. Rispetto alla variante Delta, Gimbe rileva che al momento non ci sono evidenze che la delta plus possa determinare un quadro clinico più severo o ridurre l’efficacia dei vaccini. Potrebbe essere più contagiosa del 10-15%, ma i dati sono ancora preliminari.

Secondo Dario Manfellotto, presidente nazionale della Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi), la principale Società scientifica della Medicina Interna che conta oltre 3.000 medici internisti in tutta Italia, «gli ospedali sono allertati ed è in corso un monitoraggio da pare del Fadoi». I medici segnalano a Bologna la riapertura del reparto Covid all'ospedale Maggiore e al Sant'Orsola. In Liguria la situazione è stabile ma aumentano i positivi. In Sardegna i numeri al momento sono in calo e il reparto Covid a Cagliari a chiuso. Nel Lazio è stata «riattivata la rete regionale di sorveglianza per la segnalazione dei casi e in Piemonte c'è una prevalenza di asintomatici con lo 0,5% di tasso di ricoveri.

I numeri: lo scorso anno nelle medicine interne sono stati circa 400mila i ricoveri saltati causa la pandemia, che ha visto proprio gli internisti farsi carico del 70% dei pazienti Covid. Secondo la Federazione, il recupero è stato quasi totale, con solamente l'8% in meno di ricoveri rispetto a quelli registrati nel 2018, prima dell'era pandemica.
01-11-2021


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