A scuola meno dad e quarantene dimezzate
Al via le nuove regole, ma secondo i presidi «regna la confusione, con classi che devono tornare in presenza e non lo sanno» e norme in conflitto tra loro
Col decreto approvato il 2 febbraio, centinaia di classi, dalle elementari alle superiori, possono finalmente dire addio alla didattica a distanza. Vaccinati e guariti possono d'ora in poi restare sempre in classe, mentre i non vaccinati vedono un dimezzamento delle giornate di dad. Ma nel mondo della scuola ci si lamenta, perché «regna la confusione, con classi che devono tornare in presenza e non lo sanno».
A dare voce alle perplessità è Antonello Giannelli, presidente di Anp, l'Associazione nazionale dei presidi, il quale il fatto che l'applicazione delle nuove regole prenda il via il lunedì, «con classi che devono tornare in presenza ma non lo sanno». Il tutto con norme nazionali che, spesso, si sovrappongono a quelle regionali e alle disposizioni delle Asl. L'ex coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, che, intervistato da La Stampa, dice: «Mi sembra che sia necessaria una laurea in Filosofia della scienza per comprendere e applicare queste disposizioni. Immagino i professori, i dirigenti di istituto e i genitori che si devono orientare in questa complessità che è assolutamente ingovernabile e non gestibile. Nella gestione del Covid a scuola siamo ancora a "carissimo amico"».
Le nuove regole sono corrette invece per Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza, secondo cui «per i bambini vaccinati l'infezione può decorrere in maniera blanda. Al contrario, il bambino non vaccinato è un bambino vulnerabile. Quindi non si tratta di discriminarlo, ma di proteggerlo. Se poi questo di fatto implica una sorta di discriminazione, dispiace, ma la salute è il primo bene da tutelare». |