Delitto nel Bresciano, arrestato un 42enne
Il corpo fatto a pezzi di Carol Maltesi, 26 anni, in arte Charlotte Angie, milanese nota nel mondo dell'hard, era stato trovato a Borno una settimana fa in diversi sacchi neri
Arrestato il presunto responsabile dell'omicidio della donna ritrovata cadavere, fatta a pezzi a Borno nel bresciano una settimana fa: a confessare l'omicidio durante un interrogatorio nella notte ai carabinieri è stato Davide Fontana, 43 anni, amico e vicino di casa della vittima, identificata come Carol Maltesi, 26 anni, in arte Charlotte Angie, milanese nota nel mondo dell'hard e commessa in un negozio di profumi a Milano, madre di un bambino di 6 anni.
Pare che la donna si fosse avvicinata al mondo del porno durante il lockdown iscrivendosi a OnlyFans, sito web a luci rosse. Sarebbe stata riconosciuta dai tatuaggi grazie alle segnalazioni di alcuni fan, dopo che il corpo era stato fatto a pezzi e chiuso in sacchi gettati da una scarpata in una piazzola di Borno, in alta Val Camonica. I resti sono stati trovati per caso il 20 marzo e la donna risultava scomparsa da tempo. Orrendi i dettagli: la 26enne sarebbe stata sfregiata al volto con il fuoco, poi decapitata e fatta a pezzi «da una mano esperta», secondo gli investigatori, che sono risciuti a identificarla tramite le informazioni diffuse affinché «i possibili conoscenti della donna nonché i professionisti del settore, tatuatori ed estetiste, potessero fornire informazioni utili all'identificazione».
Il cadavere è stato rinvenuto in un ottimo stato di conservazione, secondo gli investigatori i resti sarebbero stati quindi tenuti in un ambiente molto freddo come un congelatore. L'omicidio sarebbe avvenuto, secondo la confessione dell'uomo, a gennaio scorso. Dalle indagini dei carabinieri era emerso che lo scorso 20 marzo l'auto intestata a Carol Maltesi era transitata, proprio in territorio di Borno, condotta da un uomo. Ieri l'amico e vicino di casa della vittima si era presentato ai carabinieri per fornire informazioni sulla donna scomparsa, «offrendo circostanze che subito si rivelavano contraddette dalle emergenze investigative fino a quel momento acquisite», spiega chi indaga. Il magistrato e i carabinieri, che nel frattempo avevano raccolto elementi che collocavano l'uomo in territorio di Borno la mattina di domenica 20. Interrogato nel corso della notte alla presenza del difensore, l'uomo alla fine ha deciso di confessare l'omicidio e l'occultamento del cadavere. |