Draghi: chiesto a Putin lo sblocco del grano
Telefonata tra i due leader. Il presidente russo: «Continueremo a fornire gas all'Italia». Zelensky: non cediamo sui territori. Putin: con le sanzioni diventiamo più forti. Scholz: «Russia non vincerà». La premier finlandese Marin in visita a Irpin
Mar D'Azov è completamente sotto il controllo russo: lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti citando responsabili della Crimea e di Zaporizhzhia. Secondo un esponente del consiglio russo per l'amministrazione civile-militare di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov, come già detto dal vicepremier della Crimea che dal 2014 è controllata dalla Russia, Georgy Muradov, i porti delle revioni di Zaporizhzhia e di Kherson non saranno mai più ucraini. «Sono sicuro che dopo la riunificazione delle nostre regioni con la Russia, il mar d'Azov sarà di nuovo, come era un tempo, esclusivamente un mare interno della Federazione russa», ha osservato Rogov. Intanto qualche militare ucraino è stato trovato nell'acciaieria Azovstal a Mariupol e si è arreso senza combattere. Lo ha dichiarato a Interfax il capo dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), Denis Pushilin.
In mattinata la prima ministra finlandese Sanna Marin ha visitato Irpin. Lo ha riferito il Consiglio comunale, ricordando che oltre il 70% della città è stato danneggiato dalla guerra. Lo riporta Unian pubblicando le foto della visita. La segretaria del consiglio comunale Angela Makeyeva ringraziando la Finlandia per la sua posizione sull'integrità territoriale dell'Ucraina, l'imposizione di severe sanzioni contro la Russia e il supporto e l'assistenza militari, ha riferito di aver mostrato «le conseguenze della "pace russa" lasciata dagli occupanti e discusso la questione dell'assistenza nella ricostruzione della nostra città».
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel videomessaggio notturno ha ricordato «a coloro che cercano di imporre la necessità di concessioni territoriali alla Russia» i «tentativi falliti di placare l'aggressore nazista nel 1938». Il riferimento è forse alle parole pronunciate a Davos dall'ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger, il quale ha affermato che la pace non potrà che passare attraverso la cessione di alcuni territori a Mosca. Zelensky ha respinto nuovamente dunque l'idea che il suo Paese ceda una porzione di territorio per fare la pace con la Russia. «Editoriali sintomatici hanno cominciato ad apparire su alcuni media occidentali affermando che l'Ucraina dovrebbe accettare i cosiddetti compromessi difficili rinunciando al territorio in cambio della pace». «Chi consiglia all'Ucraina di dare qualcosa alla Russia, non sempre vuole vedere la gente comune. Qualunque cosa faccia lo stato russo, c'è qualcuno che dice: teniamo conto dei suoi interessi. Nonostante migliaia di missili russi abbiano colpito l'Ucraina. Nonostante decine di migliaia di ucraini uccisi. Nonostante Bucha e Mariupol, nonostante le città distrutte».
Nel pomeriggio telefonata tra il premier Draghi e il presidente russo Putin. In conferenza stampa il presidente del Consiglio ha detto di essersi sentito in dovere di chiamare il capo del Cremlino per evitare una crisi alimentare: «Ho cercato il presidente Putin: lo scopo era chiedere se si potesse far qualcosa per sbloccare il grano che oggi è nei depositi in Ucraina perché la crisi alimentare che si sta avvicinando e in alcuni paesi africani è già presente avrà proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili». L’ultimo contatto tra i due era quasi due mesi fa. Per la diplomazia italiana i due presidenti hanno discusso degli «sforzi per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto». Putin, in una nota successiva diffusa dal Cremlino, ha però gelato le aspettative di una collaborazione sul blocco delle sementi nel porto di Odessa, affermando che la Russia è «pronta a dare un contributo significativo al superamento della crisi alimentare attraverso l’esportazione di cereali e fertilizzanti, a condizione che vengano revocate le sanzioni imposte dall’Occidente». Spiega Draghi: «Ho cercato il presidente Putin lo scopo era chiedere se si potesse far qualcosa per sbloccare il grano che oggi è nei depositi in Ucraina perché la crisi alimentare che si sta avvicinando e in alcuni paesi africani è già presente avrà proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili».
|