Meloni: «Aiuti per il ceto medio, non per i ricchi»
Via libera alla Legge di Bilancio da 35 miliardi. Nel testo pensioni, reddito di cittadinanza, assegno unico, bollette, flat tax. Giorgetti: prudenza e coraggio, fatte anche scelte impopolari
«Sono contenta che l'approccio che abbiamo avuto, per come lo vedo, è quello di un bilancio familiare, quando ti occupi di bilancio familiare se mancano risorse non stai li a preoccuparti del consenso ma di cosa sia giusto fare per far crescere la famiglia nel migliore dei modi». Lo dice la premier Giorgia Meloni presentando in conferenza stampa la legge di Bilancio.
«Questa è una manovra figlia di scelte politiche, come è giusto e normale che sia per un governo politico, abbiamo scelto e concentrato le risorse, è una manovra coraggiosa, coerente con gli impegni che abbiamo preso con il popolo italiano e che scommette sul futuro» ha aggiunto Meloni. «Alla base delle norma che conta complessivamente 35 miliardi di euro ci sono due grandi priorità: la crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo» e, dall'altra parte «la giustizia sociale a dire l'attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi». Nella manovra ci sono «tre tasse piatte», tra cui quella «sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40 mila euro, il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora». La premier ricorda l'aumento della flat tax a 85mila euro e «l'introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro contro il 10% previsto attualmente e fa il paio con estensione fringe benefit». «Sono molto soddisfatta del lavoro fatto con questa manovra perché non si limita a un lavoro ragionieristico ma fa scelte politiche e la presenta un governo che in appena un mese ha scritto e presentato una manovra che ricalca e racconta di una visione politica».
La manovra in materia pensionistica interviene «sullo scalone pensionistico che sarebbe scattato dal 1 gennaio, senza un intervento dal 1 gennaio sarebbe scattata la pensione a 67 anni»: si potrà andare in pensione «a 62 anni con 41 di contributi, ma con dei paletti di buon senso. Chi decide di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti non potrà prendere una pensione superiore a 5 volte la minima, quindi tra i 62 e i 67 anni, fino a maturazione dei requisiti». E ancora: «Siamo fedeli ai nostri principi si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno e non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro». «Abbiamo deciso di rivalutare le pensioni minime del 120%, l'aumento maggiore in rapporto all'inflazione lo avranno le pensioni più basse. Lo ha detto Giorgia Meloni durante la conferenza stampa dopo l'approvazione della manovra. Man mano che la pensione aumenta, l'aumento diminuisce». «Vedo forze politiche che chiamano la piazza, va bene tutto però vorrei sapere se chi lo ha pensato lo ha immaginato come uno strumento dello Stato per occuparsi delle persone dai 18 ai 60 anni. C'è gente che lo prende da tre anni evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all'infinito io credo che lo Stato debba occuparsi di loro a trovare un posto di lavoro».
«Rivaluteremo le pensioni» con le «minime al 120%» ma con un meccanismo di aumento fino a 2000 euro ma poi «mano a mano l'aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5mila per le quali l'indicizzazione la finiamo al 35%» dice la premier, spiegando che «i provvedimenti per la famiglia e natalità valgono un miliardo di e mezzo di euro, una scelta che non ha molti precedenti. L'assegno unico viene aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino, del 50% per tre anni per le famiglie numerose. L'Iva su tutti i prodotti della prima infanzia sarà al 5% e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili, vengono confermate le misure per acquisto della prima casa sulle giovani coppie». «Sul congedo parentale: io ho sempre pensato che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione. Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all'80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizione economiche difficili». «Un'altra scelta riguarda le famiglie. Lo Stato interviene per calmierare le bollette per le famiglie, prima con un Isee massimo di 12.000 euro e noi lo portiamo a 15 mila euro. La platea per le famiglie si allarga ma chiaramente la misura è per quelle più bisognose e vale 9 miliardi di euro».
In conferenza stampa il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti dice dice che, presentando la Nadef, il governo aveva indicato una linea «prudente, responsabile e sostenibile: credo che l'abbiamo dimostrato», con l'aggiunta di un approccio «coraggioso e giusto. Quando si ha il coraggio di prendere scelte anche impopolari è qualcosa di importante». «La presentiamo in modo orgoglioso agli italiani e a tutti i risparmiatori continuano ad aver fiducia, ricordo il successo del Btp Italia». È poi con le lacrime agli occhi che il ministro ricorda Roberto Maroni, chiamandolo amichevolmente "Bobo". Il bonus rinnovato in manovra, che prevede una maggiorazione del 10% per chi resta al lavoro pur con i requisiti per la pensione, «è sua, non mia». |