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Olindo e Rosa tornano in aula, l'accusa: "Inverosimile pista criminalità organizzata"

Tredici anni fa la condanna all'ergastolo per l'uccisione a Erba di Raffaella Castagna, il figlio Youssef di appena due anni, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini

Un'udienza cruciale si è svolta oggi presso il Palazzo di Giustizia di Brescia per la revisione della sentenza che ha condannato Olindo Romano e Rosa Bazzi all'ergastolo per la strage di Erba dell'11 dicembre 2006. Il procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli, ha dichiarato che l'ipotesi di un coinvolgimento della criminalità organizzata è "assolutamente inverosimile", contrapponendosi alle nuove prove presentate dalla difesa della coppia.

Durante l'udienza, il procuratore generale ha contestato ferocemente gli elementi portati dalla difesa, affermando che Olindo Romano non è "uno stupido" e aveva la capacità di nascondere le prove. Rispoli ha anche respinto l'ipotesi di pressioni sui testimoni da parte dell'accusa. I due imputati, Romano e Bazzi, hanno chiesto di non essere inquadrati durante l'udienza, una richiesta concessa dalla Corte di Brescia.

I fatti risalgono al 2006, quando vennero trucidati Raffaella Castagna, il figlio Youssef di appena due anni, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini. Dopo l'arresto di Romano e Bazzi, le polemiche e i colpi di scena hanno caratterizzato il processo che si è concluso nel 2011 con la condanna all'ergastolo. La difesa della coppia, tuttavia, sostiene di avere prove nuove che potrebbero portare all'assoluzione dopo 18 anni dall'eccidio. In particolare, il procuratore generale ha contestato la dinamica dell'omicidio, affermando che Valeria Cherubini, la vicina di casa delle vittime, non fu colpita mortalmente nella sua abitazione, ma mentre fuggiva, come sostenuto dalle sentenze. La difesa ha basato gran parte delle sue argomentazioni su consulenze scientifiche che, secondo Rispoli, utilizzano metodologie non esistenti all'epoca dei fatti.

Nell'aula del tribunale, sono state mostrate immagini dell'appartamento di una delle vittime dopo la strage, nel tentativo di dimostrare l'illogicità delle vie di fuga degli aggressori. Accanto a Rispoli, l'avvocato generale Domenico Chiaro rappresenta l'accusa, respingendo categoricamente le nuove prove della difesa.

Sia Romano che Bazzi, in carcere dal gennaio 2007, sono stati presenti in aula. La coppia, inizialmente confessatasi colpevole per poi ritrattare.
01-03-2024

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